Busto Arsizio (Varese): Basilica di San Giovanni Battista
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La Basilica di San Giovanni Battista, dedicata ad uno dei santi patroni della città, costituisce la chiesa più grande di Busto Arsizio. Si trova nel centro della città, a poche centinaia di metri dal rinascimentale Santuario di Santa Maria di Piazza. L'interno della basilica è segnato dall'opera di Biagio Bellotti, pittore, architetto, organista, scrittore, coreografo e canonico di Busto Arsizio nato nel 1714 e morto nel 1789.
STORIA Sul sito dell'attuale basilica sembra si trovasse, ancora ai tempi del dominio longobardo, una cappella dedicata al loro santo protettore. Essa venne sostituita in epoca medievale da una chiesa romanica con struttura basilicale. Fra il 1400 e il 1418 venne aggiunto il campanile, una parte arrivata fino a noi di tale edificio romanico. La chiesa attuale venne costruita fra il 1609 e il 1635 perché la chiesa romanica risultava ormai troppo piccola. I lavoro proguirono a rilento anche a causa della peste manzoniana del 1630. Si tratta dell'edificio monumentale più complesso fra quelli progettati dall'architetto barocco Francesco Maria Richini (o Ricchino, Ricchini o anche Righini), cui si deve, fra l'altro, anche la Chiesa di San Giuseppe a Milano. Egli dovette fare fronte alla difficoltà rappresentata dalla limitata larghezza dell'area a disposizione, a causa della presenza del campanile a sud e della casa parrocchiale a nord. La soluzione da lui individuata consistette nell'introduzione di un secondo transetto, con il campanile che veniva a trovarsi fra i bracci destri dei due transetti. In questo modo, inoltre, trasformò l'impianto della chiesa in una doppia croce greca, così da andare anche incontro alla sua predilizione per la pianta centrale. La decorazione dell'interno della chiesa venne completata solo fra il 1904 e il 1923, con l'aggiunta della graniglia rosata e del marmo variegato alle pareti e degli affreschi della cupola e di gran parte della copertura.
STRUTTURA Come detto, la chiesa è caratterizzata da una planimetria a doppia croce greca con due transetti. Il campanile, posizionato fra i bracci destre dei transetti, è a pianta quadrata e interamente in mattoni a vista. In stile prettamente romanico, presenta sulle superfici esterna le tipica divisione in cornici rettangolari decorate con archetti pensili sotto al bordo superiore. La cella campanaria presenta su ogni lato una grande bifora. La cuspide conica in mattoni vista rappresentsa un elemento stilistico tipico della architettura lombarda del quindicesimo secolo. Nel 2008 è stato restaurato l'orologio solare presente sul lato verso la strada. La facciata a due ordini è imponente e scenografica e constrasta con la semplicità dei fianchi dell'edificio. L'ordine inferiore venne costruito in contemporanea con la chiesa, quello superiore solo successivamente, fra il 1699 e il 1701. L'ordine inferiore è scandito da lesene binate ioniche e presenta un breve protiro con frontone arcuato riccamente decorato. Le porte in rame e in bronzo sono recenti (Enrico Astori, 1908) e sono decorate con bassorilievi raffiguranti scene della vita di di San Giovanni Battista. Fra il portone centrale e le porte laterali sono presenti due nicchie contenenti le statue di Sant'Ambrogio e San Carlo. Sopra alle tre porte sono invece presenti tre bassorilievi, raffiguranti l'annuncio a Zaccaria, la nascita e la decollazione del Battista. Sopra al frontone del protiro si trovano infine le statue allogoriche della Fede e della Carità. Tali decorazioni vennero realizzate da Giovanni Pozzi fra il 1703 e il 1705. L'ordine superiore venne realizzato fra il 1699 e il 1701 su progetto di Domenico Valmagini ed è incentrato sul grande finestrone ovale centrale posto all'interno di una cornice che simula ghirlande. All'apice è presente un doppio frontone, con uno curvilineo più piccolo davanti ad uno triangolare più grande. Ai lati del finestrone centrale sono presenti due nicchie con le statue di San Paolo e San Pietro. All'apice della facciata si trovano cinque statue raffiguranti quattro profeti e, al centro, San Giovanni Battista. Sul lato destro, immediatamente dietro alla facciata, è presente il mortorio, tempietto dall'architettura complessa e colta di autore ignoto e costruito tra il 1689 e il 1692, volto a ricordare ai passanti il mistero della morte mediante l'esposizione dei teschi, ancor oggi visibili da via Milano. Al suo interno vi sono dipinti con angeli e simbolismi sulla Passione. Gli affreschi che erano presenti all'esterno, opere dei fratelli Ambrogio Gelli, Francesco e Biagio Bellotti e raffiguranti le età dell'uomo, i vari aspetti della morte, virtù, purgatorio e angeli piangenti, vennero asportati nel 1975 e trasferiti all'interno della chiesa di San Gregorio Magno in Camposanto. La sommità dell'edificio è coronato con pinnacoli e una cupola a base ottagonale inscritta in un'ellisse e coronata da una lanterna terminante con una pigna.
Dietro al mortorio è presente, su un alto piedistallo, la statua della beata Giuliana disegnata nel 1782 da Biagio Bellotti.
L'interno della basilica è ritmato dalla presenza dei due transetti, che fanno sì che la reale struttura dell'edificio non sia immediatamente percepibile, anche alla luce del fatto che le navata laterali sono interrotte a metà dal primo transetto e che in corrispondenza degli incroci fra navate laterali e transetti le colonne che sostengono gli archi divisori fra le navate lasciano il posto a grossi piloni. Fra l'attacco di piloni e colonne e la copertura della navata centrale è presente una spessa e articolata trabeazione. La copertura comprende sia volte e botte lunettate, sia volte a crociera. L'illuminazione è garantita da grandi finestre rettangolari presente nelle lunette delle volte e dalla finestra in controfacciata, la cui vetrata raffigura il santo dedicatario. La cupola poggia su un alto tamburo la cui faccia interna vede l'alternanza di finestre rettangolari poste all'interno di ricche cornici barrocche e doppie lesene con capitello corinzio. A metà di ogni coppia di lesene sono presenti due putti in stucco, tutti diversi l'uno dall'altro. Gli affreschi della cupola (Glorificazione del Battista), dei pennacchi (Evangelisti) e delle volte (Beata Giuliana e beato Bernardino, Immacolata Concezione, L'eucaristia e Il papato) e del transetto minore (quattro profeti) sono tutte opere di Carlo Grossi e furono realizzati agli inizi del ventesimo secolo. Risalgono invece all'epoca della costruzione della basilica i due affreschi presenti nel transetto sinistro raffiguranti il Riposo durante la fuga in Egitto e la Natività) e attribuiti ad Antonio Crespi Castoldi. La Via Crucis costituita da grandi pannelli in bronzo posti sulle pareti piuttosto in alto sono di Enrico Astorri (1908). La controfacciata è dominata dall'elaborata bussola della porta centrale, realizzata da Biagio Bellotti fra il 1775 e il 1776 in stile barocchetto teresiano. Lungo la navata centrale della chiesa sono appesi otto quadri di grandi dimensioni raffiguranti la vita del Battista realizzati tra fine del seicento e gli inizi del settecento. I quadri sono realizzati da pittori diversi. Le opere raffigurano:
L'annuncio a Zaccaria attribuito a Carlo Preda La nascita del Battista opera di Donato Mazzolino Giovanni battista nel deserto con gli angeli di un pittore anonimo Morte di Elisabetta di Salvatore Bianchi Predica di Giovanni Battista di anonimo Gesù e gli apostoli di Giovanni Battista di Carlo Preda Decollazione del Battista opera di un pittore anonimo Salome con la testa del Battista sempre di Carlo Preda
La basilica di San Giovanni Battista ha in tutto sei cappelle laterali:
- Cappella di San Carlo Borromeo: Coincide con la testata destra del transetto minore (il primo entrando) ed è contemporanea alla realizzazione della chiesa. Le tele e gli affreschi raffiguranti alcuni episodi della vita del santo sono di anonimi autori del Seicento ed è ornata da magnifici stucchi. L'altare possiede un paliotto in scagliola di Pietro Solari risalente al 1722.
- Cappella delle Reliquie: Coincide con la testata sinistra del primo transetto ed è anch'essa contemporanea alla realizzazione della basilica. Inizialmente era dedicata agli apostoli e a san Francesco. Contiene reliquari di legno e tele raffiguranti il Martirio di San Sabino, il Perdono d'Assisi di Claudio Feria e la Madonna con il Bambino (di Bernardino Lanino). Anche in questo caso altare con paliotto in scagliola di Pietro Solari del 1722.
- Cappella di Sant'Ambrogio e Beata Giuliana: Venne realizzata nel 1780 da Biagio Bellotti e contiene una cornice con le figure della Fede e della Carità, una pala raffigurante l'Incoronazione della beata Giuliana alla presenza di Sant'Ambrogio (uno dei pochi dipinti bellottiani raffiguranti un paesaggio) e il tabernacolo con raffigurata la chiesa che mostra le reliquie della beata.
- Cappella del Crocifisso: Al suo interno si trovano affreschi di Francesco Maria Bianchi risalenti al 1727 recentemente riportati alla luce, un crocifisso del diciottesimo secolo e il dipinto del 1623 Cristo morto adorato da San Domenico di Daniele Crespi.
- Cappella di San Giuseppe: Presenta un altare in stile tardo-neoclassico di Pietro Olgiati (1856) e due affreschi (Miracolo di san Giovanni evangelista e Miracolo di sant'Orsola) del 1622 di Giovan Francesco Lampugnani.
- Cappella della Madonna: Contiene una statua lignea dell'Immacolata, opera di Ambrogio Moioli (1905).
Il presbiterio e il coro formano uno spazio molto profondo. Le pareti laterali sono costituite da paratie in legno massiccio nella parte inferiore. La parte superiore è occupata su entrambi i lati una cantoria che accoglie un organo a canne Mascioni del 1912. L'abside è occupato inferiormente da un un coro ligneo settecentesco di Biagio Bellotti. Il resto delle superfici sono occupate da affreschi dipinti da Biagio Bellotti tra il 1757 e il 1765 entro quadrature di Antonio Agrati. Sulla volta del presbiterio è raffigurata la Gloria di San Sabino, nel catino absidale Il paradiso e sulla parete dell'abside Il battesimo di Gesù Cristo nelle acque del Giordano. A Biagio Bellotti si deve anche l'altare maggiore, realizzato fra il 1755 e il 1758 in marmi policromi, trionfo di colori e forme astratte e naturalistiche, di bronzi dorati, di simboli legati al Battista e popolato di putti e angeli. Degna di nota la portella monocroma del tabernacolo posteriore, su cui è rappresentato l'Angelo che risveglia Elia. Nel 1753 vennero collocati in una vetrina alla base dell'altare i resti di San Sabino. Da notare che l'altare rivolto verso il pubblico, posto davanti a quello principale, è del 1967, per quanto realizzato in uno stile tale da permettergli di non stonare. I due pulpiti posti all'ingresso del presbiterio sono del diciottesimo secolo. La basilica possiede due sagrestie. Quella vecchia si trova a destra del presbiterio e venne costruita insieme alla chiesa. In essa sono presenti pregevoli armadi pensili e un'Ultima Cena della fine del sedicesimo secolo di autore ignoto. La sagrestia nuova venne invece costruita da Biagio Bellotti fra il 1783 e il 1786. In essa è conservato un affresco strappato dell'inizio del quindicesimo secolo raffigurante la cosidetta Madonna dei Restegni, un San Giovanni Evangelista a Patmos del 1622, un Cristo Morto di Giovan Francesco Lampugnani e varie altre tele del diciassettesimo secolo.
Vedere anche: S.Giovanni Battista Gli affreschi di Biagio Belotti in S.Giovanni Battista
Categorie: Luoghi di interesse storico di interesse artistico
Piazza S. Giovanni, 5, 21052 Busto Arsizio VA |
Foto aggiuntive della Basilica di San Giovanni Battista nella sezione Fotografia |