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Duomo

Foto Duomo -  Chiese / Edifici religiosi
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Milano - Chiese / Edifici religiosi: DuomoPrincipali stili rappresentati: Gotico - Rinascimentale - Barocco - Neogotico

Il Duomo di Milano, o meglio la Cattedrale Metropolitana della Natività della Beata Vergine Maria, è il più importante monumento di Milano tanto da esserne a tutti gli effetti il simbolo.
Si tratta della più grande chiesa italiana e viene accreditata come la quarta chiesa più grande al mondo, con una lunghezza esterna di 158 m., una larghezza esterna di 93 m. e un'altezza massima, dal pavimento interno alla testa della Madonnina, di 108 m. La superficie interna calpestabile è di 8000 m2, mentre quella totale occupata è di 12000 m2.

STORIA
Sull'area corrispondente all'attuale cattedrale e a Piazza Duomo sorgevano già vari edifici sacri. Nell'area dell'attuale Duomo di Milano si trovava la Basilica di Santa Maria Maggiore, risalente all'epoca carolingia (consacrata nell'836), di fronte ad essa si trovava la più antica Basilica di Santa Tecla, costruita nel quarto secolo. Dietro alla Basilica di Santa Maria Maggiore si trovava l'antichissimo e ottagonale Battistero di Santo Stefano alle Fonti. Costruito nella prima metà del quarto secolo, si pensa che in esso sia stato battezzato Sant'Ambrogio.
Fra le due basiliche si trovava invece il Battistero di San Giovanni alle Fonti, fatto costruire da Sant'Ambrogio intorno al 380 e nel quale Sant'Ambrogio battezzò Sant'Agostino nel 387.
Tutti questi edifici furono demoliti per fare spazio alle nuova cattedrale. Si può solo fantasticare, quali tesori d'arte andarono perduti per sempre, ma consola sapere che al loro posto fu costruito un monumento unico come l'attuale Duomo di Milano.
L'immagine proviene dalla pagina Il complesso episcopale
La costruzione del Duomo ebbe inizio nel 1386, come attestato da una lapide al suo interno. Non si sa invece esattamente quando venne presa la decisione di costruirlo, anche se si può affermare che tale decisione si deve alla volonta di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano.
La costruzione del Duomo di Milano è andata avanti per secoli e quindi non esiste un singolo architetto cui possa venire attribuito. In effetti se ne sono alternati molti, di vari dei quali non si conosce neanche il nome. Il primo fu comunque Simone d'Orsenigo.
Pare che nelle primissime fasi la costruzione della nuova cattedrale venne impostata secondo i canoni stilistici del gotico lombardo, il che avrebbe portato ad un edificio completamente diverso da quello oggi visibile. Pare fu Gian Galeazzo Visconti, desideroso di dotare la sua città di qualcosa di unico in Italia, ad imporre una radicale innovazione, optando per un'impostazione mutuata dal gotico tedesco e per la sostituzione del cotto con il marmo.
Va peraltro notato come il Duomo di Milano, come stile sia in un certo senso in ritardo, dato che il gotico alla fine del quattordicesimo secolo fosse ormai al tramonto.
Nei primi ventanni della sua costruzione vennero poste le basi strutturali e stilistiche della cattedrale, con l'edificazione dell'abside e delle sagrestie, il dimensionamento dei piloni, la definizione stilistica dei capitelli e l'erezione della prima guglia. La costruzione della nuova cattedrale era molto sentita dai milanesi, e tanti prestarono gratuitamente la loro opera oppure fecero donazioni. Dal canto suo il duca Gian Galeazzo concesse nel 1387 l'utilizzo gratuito delle cave di marmo di Candoglia e di quelle di serizzo dell'alto Verbano.
Per quasi tutta la prima metà del quindicesimo secolo i lavori vennero diretti da Filippino degli Organi. In tale secolo venne completata la parte absidale, che venne dotata di splendide finestre in vetro colorato. Vennero realizzati i bracci del transetto e si cominciarono a costruire le navate, che andarono crescendo intorno alla Basilica di Santa Maria Maggiore, ancora utilizzata. Nella seconda metà del secolo vennero abbattuti parte di quello che è oggi il Palazzo Reale, la Basilica di Santa Tecla e quanto rimaneva ancora della Basilica di San Maria Maggiore.
Nel 1473 il duca Galeazzo Maria Sforza donò alla Fabbrica del Duomo le cave di marmo di Candoglia.
Il secolo si chiuse col completamento della grande cupola, avvenuto anche grazie ai contributi degli architetti Guiniforte Solari, Giovanni Antonio Amadeo e Gian Giacomo Dolcebuono.
Alle discussioni su come realizzare il tiburio posto intorno a tale cupola parteciparono invece anche Donato Bramante, Leonardo da Vinci.
Nel 1522 moriva Giovanni Antonio Amadeo, dopo avere prestato per quasi mezzo secolo la sua opera alla Fabbrica del Duomo. I lavori si fermano per qualche decennio, ma ripresero nel 1567, anno in cui la direzione dei lavori venne assunta da Pellegrino Tibaldi. Egli incontrò varie difficoltà ad integrarsi nel cantiere, perché era già orientato verso i nuovi stili romani, mentre a Milano si era ancora al gotico.
Nel diciassettesimo secolo, con Milano dominato dagli spagnoli, divenne vescovo Federico Borromeo e sotto di lui i lavori ricevettero nuovo impulso. Il secolo vide a capo dei lavori vari importanti personaggi: Fabio Mangone (1617 al 1629), Francesco Maria Richini (1631 al 1638), Carlo Buzzi (1638 al 1658) e perfino Gian Lorenzo Bernini, come consulente per la facciata nel 1656. Nel secondo decennio venne iniziata la facciata, secondo un progetto di Pellegrino Tibaldi rielaborato da dal Richini. Con Carlo Buzzi la facciata tornò però a seguire stilemi gotici, secondo un progetto del 1655, in accordo con l'obiettivo di garantire maggiore omogeneità stilistica alla cattedrale.
Nel diciottesimo secolo, mentre perdurava il dominio spagnolo, i lavori subirono un forte rallentamento. Nella seconda metà del secolo venne completata la copertura del tetto e vennero erette molte guglie, compresa quella principale, iniziata nel 1765. Nel 1774 venne posta al suo apice la statua in rame dorato della Madonnina, modellata da Giuseppe Perego.
Il diciannovesimo secolo fu contrassegnato dal dominio napoleonico su Milano. Il 26 Maggio 1805 Napoleone Bonaparte si fece incoronare nel Duomo di Milano Re d'Italia, dopo avere tre giorni prima ordinato il completamento della facciata in modo che i costi e i tempi fossero ridotti al massimo. I lavori ripresero così secondo i progetti di Carlo Felice Soave e Leopoldo Pollack, elaborazioni semplificate del progetto di Carlo Buzzi. Nella prima metà del secolo venne iniziata la decorazione delle volte con pitture a finto traforo marmoreo. Nella seconda metà del secolo vennero finalmente completate le guglie. Purtroppo vennero restaurate anche varie finestre, sostituendo alle pitture in vetro originali delle nuove pitture su vetro di qualità significativamente inferiore. Alla fine del secolo si discusse molto su se e come rifare la facciata. Nel 1888 ebbe perfino luogo un concorso internazionale cui parteciparono 120 architetti. Esso venne vinto da Giuseppe Brentano, che presentò un progetto di facciata decisamente più gotica di quella esistente. La sua prematura morte e problemi economici portarono alla sospensione definitiva dei lavori e venne mantenuta la facciata napoleonica, molto meno intonata al resto, ma senz'altro (e forse proprio per quello) molto particolare e caratteristica.
Gli ultimi dettagli (ma non i lavori di manutezione, che sono continui e non avranno mai termine) vengono completati nel ventesimo secolo. Nel 1906 venne collocata la bronzea porta centrale di Ludovico Pogliaghi.
I bombardamenti del 1943 danneggiarono gravemente la cattedrale. Per fortuna nel dopoguerra si riescirono a sanare progressivamente tutte le ferite.
Per una descrizione delle fasi iniziali del Duomo di Milano vedere anche: Il Duomo di Milano (le sue origini)

STRUTTURA
A causa della complessità del monumento, caratterizzato da un numero di dettagli sterminato, esso verrà descritto solo per sommi capi. Chi fosse interessato ad approfondire è invitato ad acquistare uno dei numerosi libri dedicati al Duomo di Milano o anche ad effettuare la visita guidata 'Tour dettagliato del Duomo di Milano'.
Il Duomo di Milano possiede una struttura generale a croce latina, con transetti aggettanti. L'interno è a cinque navate e dietro al presbiterio è presente un ampio deambulatorio. Ad esclusione delle volte interne in cotto, tutto quanto è visibile del Duomo è in marmo di Candoglia, pietra bianco rosata con venature grigio-azzurre.

1. Esterno
Esternamente il Duomo di Milano è decorato con un numero sterminato (oltre 2200) statue di marmo di varia grandezza, di cui 420 sulla sola facciata. In più sono presenti 96 giganti che reggono i doccioni per lo scarico dell'acqua piovana.
Le guglie sono in totale 135.
Merita poi una menzione anche le circa 800 testine tutte diverse che fungono da mensole di sostegno della cornice di archetti trilobati che corre lungo l'intero bordo superiore dell'alto zoccolo di base.
Facciata
La facciata è scandita verticalmente da contrafforti che la dividono in cinque campate, corrispondenti alle navate all'interno.
Alla base sono presenti due ordini di altorilievi realizzati nel diciassettesimo secolo e raffiguranti episodi e simboli del Vecchio Testamento.
Seguono ad altezze diverse tre ordini di statue, eseguite in gran parte tra il 1808 e il 1811 da diversi scultori. Nell'ordine inferiore sono raffigurati apostoli, con quelle di Pietro e Paolo (scolpite nel 1612 da Gaspare Vismara) poste ai lati dell'ingresso centrale. Nell'ordine mediano sono raffigurati i Profeti Maggiori e in quello superiore i Profeti Minori.
Nei timpani dei portali sono presenti altorilievi di significativo valore artistico. Partendo dal portale di estrema sinistra e andando verso destra:
- Ester e Assuero (G. Andrea Biffi, 1629-1635)
- Sisara e Giaele (Giovan Pietro Lasagni, 1629-1639)
- (portone centrale) La Crezione di Eva (Gaspare Vismara su disegni di Gian Battista Crespi detto il Cerano, 1635)
- Giuditta e Oloferne (Gaspare Vismara, 1632-1635)
- Salomone e la Regina di Saba (Gaspare Vismara, 1629-1631)
Le porte
Sono tutte in bronzo e completamente occupate da altorilievi.
Prima porta da sinistra: Venne inaugurata nel 1948 ed opera di Arrigo Minerbi. E' dedicata all'Affermazione del Cristianesimo.
Seconda porta da sinistra: E' opera di Giannino Castiglioni, che la realizzò nel 1950. E' dedicata a Sant'Ambrogio.
Porta centrale: Opera di Ludovico Pogliaghi, 1894-1908. E' dedicata alla Vita della Vergine Maria. Sui battenti sono raffigurati episodi della sua vita mentre nella formella sopra di essa è raffigurata la sua Incoronazione. Lo stile e neogotico, con però già anticipazioni del Liberty.
Seconda porta da destra: Opera di Franco Lombardi (1950). E' dedicata all'affermazione civile e religiosa del Comune di Milano.
Prima porta da destra: Opera di Luciano Minguzzi (1965). E' dedicata alla storia del Duomo stesso.
Anche le finestre del primo ordine sono dotate di frontone, al cui interno sono presenti sculture di pregio. Sopra alle finestre di sinistra guardando sono raffigurati Agar e Ismaele (Giuseppe Vismare, 1643-1645) e Booz e Ruth (Antonio Bono, 1658-1661), sopra a quelle di destra Apparizione della Madre a Sansone (Dionigi Bussola, 1659) e la Profetessa Debora (Giuseppe Riccardi 1787?).
Nel timpano del finestrone centrale vi è la dedica della cattedrale, "MARIAE NASCENTI", mentre sul balcone centrale sono presenti due statue della Legge di Cristo e della Legge di Mosè, cui corrispondono, sui lati della finestra più in alto, le statue di San Giovanni Battista (G. Buzzi, 1810) e di Mosè (C. Pacetti, 1810).
Le statue
Come già detto, l'esterno del Duomo è decorato con un'enorme quantità di statue, cosa di per se notevole. Va però sottolineato che oltre ad essere così numerose, tale insieme di statue possiede anche la peculiarità di rappresentazione un'ininterrotta testimonianza della produzione plastica lombarda dalla fine del quattordicesimo secolo ai giorni nostri. Le statue più antiche si trovano in corrispondenza dell'abside e dei capicroce del transetto. Procedendo verso la facciata e andando dal basso verso l'alto le statue risalgono ad epoche sempre più recenti.
Da notare in particolare i giganti che sorreggono i doccioni. Quelli presenti dal fondo ai capicroce del transetto risalgono in gran parte al quindicesimo secolo e furono realizzati da importanti artisti lombardi e internazionali. Fra di essi anche Jacopino da Tradate. Gli altri risalgono al sedicesimo e al diciassettesimo secolo.
Abside
La parte posteriore del Duomo di Milano, e in particolare l'abside, rappresentano la sua parte più squisitamente gotica. L'abside è poligonale e dotato di tre enormi finestroni completati nel 1402. Ognuno è largo 11 metri e alto 22.5 ca. ed è diviso da sottili nervature in 12 sezioni verticali che superiormente terminano in un grande rosone dalle forme leggiadre ed eleganti.
Il finestrone centrale, che fa da parete di fondo del coro, ospita, nella zona all'interno dell'arco, una rappresentazione della salvezza. L'Annunciazione è rappresentata dalle due statue laterali della Vergine e dell'Arcangelo Gabriele. Al centro il Sole Raggiato simbolo di Cristo. Sopra di esso il simbolo dello Spirito Santo e all'apice un tondo con l'Eterno Padre. Da notare che il Sole Raggiato è anche uno dei simboli della famiglia Visconti, mentre lo Spirito Santo non è stato rappresentato da una colomba, bensì da un'aquila. Inoltre alla base della zona compresa nell'arco è presente una fila di stemmi dei Visconti. In questo modo l'omaggio a Dio si sovrappone con quello al principe e alla sua famiglia.

2. Interno
Il Duomo di Milano possiede pianta basilicale a croce latina, con cinque navate longitudinali e tre trasversali nei bracci del transetto. 52 piloni alti 24 m (più 6 m di capitello) e larghi 2.5 m sorreggono le volte gotiche e separano le navate.
La cosa che maggiormente caratterizza l'interno del Duomo è il senso di indefinitezza dello spazio in senso verticale. L'altezze della volte (la navata centrale è alta 45.55 m) è tale da non permettere l'esatta percezione.
L'altezza interna della cupola centrale è addirittura di 64.3 m.
Benché meno in evidenza, anche all'interno sono presenti più di 1200 statue, risalenti dal quattordicesimo secolo ai nostri giorni. In particolare i capitelli sono dotati ognuno di otto statue maggiori e di un numero variabile di statue minore, tale da arrivare in alcuni capitelli ad un totale di 40 statue.
Subito dietro alla facciata è posto l'ingresso all'area archeologica sotterranea, che permette di visitare i resti di alcuni degli edifici sacri eliminati per fare posto al Duomo. Il percorso attraversa i resti del Battistero di San Giovanni alle Fonti. La sua struttura (quasi 20m di diametro) doveva essere simile al quella dell'ancora esistente Cappella di Sant'Aquilino nella Basilica di Sant'Eustorgio, con struttura ottagonale e un'alternanza di nicchie rettangolari e nicchie semicircolari. Si raggiungono poi i resti dell'abside della Basilica di Santa Tecla, nella doppia versione di inizio e di fine quarto secolo. Sono poi presenti i resti di varie tombe medievali.
Parete destra
Partendo dalla facciata:
Campata 1:
Contro la parete è posto il sarcofago in serizzo dell'arcivescovo Ariberto, morto nel 1005.
Sopra di esso una copia del Crocifisso di Ariberto da Antimiano. L'originale si trova oggi nel Museo del Duomo.
Sul muro è presente anche una targa che attesta la presunta data di fondazione della cattedrale: "El principio dil Domo di Milano fu nel anno 1386".
La vetrata è dedicata a San Giovanni Evangelista. Fu donata dal Collegio dei Notai nel 1473 e rappresenta una preziosa testimonianza dell'arte vetraia della seconda metà del quindicesimo secolo.
Campata 2:
Addossato alla parete si trova il Mausoleo Visconti, in onore degli arcivescovi Ottone (morto nel 1295) e Giovanni II Visconti (morto nel 1353) e trasferito nella cattedrale dall'antica Basilica di Santa Tecla. E' composto da un sarcofago rettangolare retto da due colonne in marmo rosso. Superiormente è presente un bassorilievo raffigurante Ottone Visconti fra i simboli degli evangelisti, mentre anteriormente è incisa una lunga inscrizione in caratteri gotici.
La vetrata è composita. Gran parte degli antelli risalgono al sedicesimo secolo e raffigurano storie del Vecchio Testamento. I rimanenti sono dedicati alla Passione di Cristo.
Campata 3:
Sulla parete si trova una grande lapide con l'elenco cronologico degli arcivescovi di Milano, da San Antalone in poi.
La vetrata comprende antelli del sedicesimo secolo. Sono raffigurati sia episodi del Vecchio che del Nuovo Testamento.
Campata 4:
Alla parete, appoggiato su mensole, si trova il grande sarcofago marmoreo in stile gotico, eretto su disegno di Filippino degli Organi nel 1408, in memoria di Marco Carelli, ricco mercante milanese morto a Venezia nel 1394 e che donò alla Fabbrica del Duomo 35000 ducato d'oro. Le otto statue dei Dottori della Chiesa e degli Evangelisti sono attribuite a Jacopino da Tradate.
Campata 5:
Sul muro sono presenti due lapidi, una in memoria dell'editto di Costantino del 313 e una dedicata a Giuseppe Brentano, vincitore nel 1888 del concorso per una nuova facciata.
Alla parete è poi presente il monumento ad Giovanni Andrea Vimercati, realizzato da Agostino Busti intorno alla metà del sedicesimo secolo.

Gli altari laterali in marmo lungo le navate furono disegnati da Pellegrini Tibaldi ai tempi di San Carlo Borromeo in stile tardorinascimentale con già elementi barocchi, ma vennero realizzati sono nei decenni successivi soprattutto ad opera di Martino Bassi.

Campata 6:
Alla parete si trova l'altare di Sant'Agata. La pala d'altare raffigura Sant'Agata visitata in carcere da San Pietro e venne restaurata nel 1603 da Paolo Camillo Landriani detto il Duchino.
La vetrata è dedicata alla vita di Sant'Eligio e venne realizzata da Nicolò da Varallo alla fine del quindicesimo secolo su commissione del Collegio degli orafi milanesi.
Campata 7:
Alla parete si trova l'Altare del Sacro Cuore. La pala d'altare, del 1957 su disegno di Edoardo Rubino, è in marmo e raffigura il Sacro Cuore fra i santi Ambrogio e Carlo. Le statue del timpano sono del 1596, quelle ai lati della pala (raffiguranti San Giacomo Maggiore e San Giacomo Minore) del 1842.
La vetrata è la più recente fra quelle del Duomo, essendo stata realizzata solo nel 1988. Essa è dedicata agli arcivescovi Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster e Cardinale Carlo Andrea Ferrari, raffigurati fra Cristo Buon Pastore e Cristo Maestro.
Campata 8:
Alla parete si trova l'altare "VIRGO POTENS", dedicato alla Madonna. La pala è un altorilievo in marmo del 1393 raffigurante la Vergine fra i santi Paolo e Caterina, in una cornice di angeli musicanti. Le statue sono invece della fine del sedicesimo secolo.
La vetrata, realizzata fra il 1897 e il 1905 da Pompeo e Paolo Bertini, è dedicata nella parte inferiore a Sant'Agnese, in quella superiore a Santa Tecla. In mezzo vi sono poi cinque antelli dedicati alla Madonna della Neve fra i santi Vittore e Rocco.
Braccio destro del transetto - parete occidentale: Alla parete si trova il grande monumento funebre a Gian Giacomo Medici da Marignano detto il Medeghino. Esso venne realizzato da Leone Leoni di Arezzo, al quale venne commissionato nel 1564 da Papa Pio IV, zio di San Carlo Borromeo, in onore di suo fratello Gian Giacomo, capitano di ventura. Fra le colonne marmoree si trovano le statue della Milizia e della Pace e quelle dei Medici. Nel fastigio una Natività in bronzo.
La vetrata è di Giovanni Battista e Giuseppe Bertini ed è dedicata ai santi Gervasio e Protasio.
Parete di fondo della navata laterale occidentale del transetto meridionale: Alla parete l'altare detto di Pio IV, è dedicato alla Vergine Assunta e a San Giacomo Apostolo e risale al sedicesimo secolo. Fu donato dal papa Medici al nipote Cardinale Carlo Borromeo. E' ricco di marmi esotici e pietre dure.
La vetrata venne commissionata da Papa Pio IV in onore del già nominato fratello Gian Giacomo, è dedicata all'Apostolo San Giacomo Maggiore ed è opera di grande pregio di Corrado de Mochis da Colonia.
Abside del braccio destro del transetto: Il grande altare degli inizi del diciottesimo secolo è dedicato a San Giovanni Buono, vescovo di Milano nel settimo secolo. Al centro si trova una statua del santo (Elia Buzzi, 1763), ai lati quelle dell'Angelo Custode (ancora Buzzi) e di San Michele (G. B. Bellandi). Sono poi presenti sulle due lesene dell'arco sei grandi altorilievi (1690-1707) raffiguranti episodi della vita della santo. Fra di essi le statue della Prudenza e della Giustizia (Zarabatta, 1683) e della Temperanza e della Fortezza (Vismara, 1693-1701). La volta è occupata da un altorilievo settecentesco raffigurante angeli e santi vescovi.
Vetrate dell'abside del braccio destro del transetto: Sono dedicate alle vita di San Giovanni Buono e furono realizzate da Giovanni Bertini fra il 1839 e il 1842.
Parete di fondo della navata laterale orientale del transetto meridionale: La vetrata venne realizzata da Biagio e Giuseppe Arcimboldi fra il 1549 e il 1557 ed è dedicata a Santa Caterina d'Alessandria. Superiormente è anche presente un'Annunciazione.
Braccio destro del transetto - parete orientale, campata esterna: Accanto alla porta laterale di ingresso alla cattedrale si trova l'Altare della Presentazione di Maria Vergine al tempio. La pala marmorea con un altorilievo raffigurante la Presentazione di Maria al Tempio è opera di Agostino Busti detto il Bambaja ed è del 1543 (dello stesso artista la statua di San Martino sulla sinistra e le statue del timpano). Il palio dell'altare, raffigurante la nascita di Maria, è molto più recente in quanto venne realizzato da Antonio Tantardini nel 1863.
La vetrata è dedicata alla vita di San Martino di Tours, la cui vita viene raccontata dall'alto verso il basso. Inferiormente è poi presente una Presentazione di Maria al Tempio. Al centro si trovano inoltre sei antelli raffiguranti busti di profeti, che rappresentano i vetri più antichi ancora presenti nel Duomo. Essi vennero realizzati da Michelino da Besozzo all'inizio del quindicesimo secolo.
Al confine con la campata più interna si trova poi la famosa statua di San Bartolomeo che porta sulle sue spalle la sua pelle che gli venne tolta durante il martirio. Venne realizzata da Marco d'Agrate nel 1562.
Braccio destro del transetto - parete orientale, campata interna: La parete è occupato dall'Altare di Sant'Agnese del 1595. La pala d'altare in marmo raffigura il Martirio di Sant'Agnese e venne realizzata da Carlo e G. Domenico Beretta nel 1750. Le molte statue sono del sedicesimo secolo.
Retrocoro in senso antiorario - campata 1: La parete ospita il Portale della Sacrestia meridionale. Si divide in due parti distinte: quella inferiore, molto semplice e decorata unicamente con testine di profeti trecentesche nell'architrave, e quella superiore riccamente decorata in stile gotico e opera di Hans Fernach (1391) e della sua bottega.
Nella parte superiore, al di sopra di una fascia in cui sono raffigurate le Vergini sagge e le Vergini folli, si trova un bassorilievo raffigurante la Vergine in Trono e, nella cuspide, uno raffigurante la Vergine Incoronata. Sulle due ghiere dell'arco sono rappresentati vari episodi della vita di Maria. Da notare poi la ricca decorazione con foglie gotiche e, all'apice, un fiore gotico contenente un crocifisso.
In origine il portale era dipinto, ma dei colori originali restano solo tracce.
La Sagrestia meridionale, o capitolare, contiene numerose opere interessanti.
- Una nicchia gotica contenente un lavabo in marmi policromi ed un altorilievo raffigurante Gesù e la Samaritana (1396, Giovannino de'Grassi)
- Grandi mobili d'antiquariato in legno massiccio contenenti preziosi arredi sacri di vario genere
- La quattrocentesca tavola cuspidata raffigurante la Madonna dell'Idea su un lato e una Presentazione al Tempio sull'altro, probabilmente di Michelino da Besozzo.
- Statua del Cristo alla Colonna di Cristoforo Solari.
Retrocoro in senso antiorario - campata 2: Sulla parete è presente sulla destra un affresco detto Madonna dell'Aiuto, Madonna del Latte o Madonna del Parto. Venne dipinto da Gianpietro Sormani nel 1566.
Sopra di esso si trova il monumento a Papa Martino V, scolpito da Jacopino da Tradate nel 1424 su commissione di Filippo Maria Visconti. Si caratterizza per il suo realismo, che la distingue dalle statue gotiche coeve francesi e tedesche. Da notare la mensola e la cornice, riccamente decorate con foglie gotiche.
A sinistra si trova invece il monumento funebre al Cardinale Marino Caracciolo, governatore di Milano sotto Carlo V e morto nel 1538, curiosamente realizzato in un cupo marmo quasi nero. Pregevoli le statue opera di Agostino Busti detto il Bambaja e di Cristoforo Lombardo. Il cardinale è ritratto dormiente sotto lo sguardo dei Cristo tra i santi Pietro, Paolo, Gerolamo e Ambrogio.
Retrocoro in senso antiorario - campata 3: E' presente un bassorilievo raffigurante la Pietà e risalente all'ultimo decennio del quattordicesimo secolo.

Le pareti del retrocoro ospitano numerose lapidi in memoria di vari membri della famiglia Sforza, i cui feretri furono per un certo tempo appesi alle volte e fra i piloni, a causa della mancanza di spazi migliori, e che San Carlo fece togliere.

I tre monumentali finestroni di fondo dell'abside rappresentano uno dei complessi più significativi del gotico internazionale. Essi vennero realizzati a partire dal 1413. I vetri che le decorano vennero realizzati da Stefano da Pandino (finestra centrale) e da Franceschino Zavattari e Maffiolo da Cremona (finestre laterali).
Purtroppo i danni accumulatisi nel corso dei secoli portarono nel diciottesimo e nel diciannovesimo secolo ad interventi troppo invasivi, che portarono alla perdita di molte parti che in realtà si sarebbero potute conservare in originale. Ciò avvenne in particolare in seguito all'azione di Giovanni Bertini e dei suoi figli nel diciannovesimo secolo.


Retrocoro in senso antiorario - campata 4: Comprende il finestrone di fondo destro. E' dedicato al Nuovo Testamento. I vetri furono completamente rifatti nel diciannovesimo secolo.
Retrocoro in senso antiorario - campata 5: Comprende il finestrone di fondo centrale. E' dedicato all'Apocalisse. Gli antelli della parte superiore sono vetri del quindicesimo e del sedicesimo secolo restaurati. Quelli della parte inferiore sono invece del diciannovesimo secolo.
Retrocoro in senso antiorario - campata 6: Comprende il finestrone di fondo sinistro. La vetrata è dedicata all'Antico Testamento. Tutti i vetri furono rifatti nel diciannovesimo secolo.
Sulla parete è presente il Crocifisso della Misericordia, dell'inizio del tredicesimo secolo, realizzato nell'Impero Bizantino e portato a Milano dal vescovo Grosolano.
Retrocoro in senso antiorario - campata 7: Sulla parete è presente l'Affresco del Crocifisso, con il crocifisso al centro, fra la Vergine e San Giovanni Evangelista e i Santi Gervasio e Protasio. E tutto quanto rimane del vasto ciclo di affreschi che in origine occupava le pareti del retrocoro.
Sulla parete è anche presente una statua rinascimentale di Pio IV, zio di San Carlo e l'affresco strappato detto della Madonna della Rosa, realizzato nel 1394.
Retrocoro in senso antiorario - campata 8: La parete ospita il Portale gotico della Sacrestia settentrionale, realizzato nel 1389 da Giacomo da Campione. Esso è diviso in due parti. Quella inferiore comprende la porta e sopra di essa una lunetta con un altorilievo raffigurante il Salvatore in Trono fra la Madonna e San Giovanni Battista. Quest'ultimo offre al Redentore la sua testa su un piatto. La lunetta è circondata da una cornice di formelle quadrilobate contenenti testine di profeti.
La parte superiore è invece costituita da un'edicola a ogiva sormontata da una cuspide architettonica con raffigurata al suo interno la Gloria di Cristo Re, seduto in trono sorretto da cherubini e attorniato da santi.
La Sacrestia Settentrionale, o Aquilonare o delle Messe costituisce la parte più antica del Duomo. Le pareti sono occupate da grandi armadi in noce del sedicesimo secolo contenenti paramenti sacri. Le volte sono decorate con affreschi di Camillo Procaccini. Sono poi presenti un lavabo tardo cinquecentesco e varie tele di pregio.
A sinistra del portale della sagrestia è presente una teca con all'interno uno stendardo in seta e oro realizzato da Ludovica Antonia Pellegrini nel 1583 e raffigurante la Vergine col Bambino al centro di una cornice di medaglioni raffiguranti i misteri del Rosario.
Braccio sinistro del transetto - parete orientale, campata interna: Alla parete è presente l'Altare di Santa Tecla. La pala raffigura il martirio della santa e venne dipinta da Carlo Beretta nel 1754.
Braccio sinistro del transetto - parete orientale, campata esterna: Alla parete è presente l'Altare di Santa Pressade. La pala d'altare (1608-1612) è di Antonio Prestinari e raffigura Cristo Crocifisso fra le tre Marie, San Carlo e Santa Pressade.
Il finestrone attuale venne realizzato negli anni 1478-1480 da Nicola da Varallo su commissione del Collegio degli Speziali ed è dedicato alla vita di Giovanni Damasceno, raccontata dal basso verso l'alto e da sinistra a destra.
La vetrata è dedicata a San Carlo Borromeo. La versione attuale è del 1910, venne realizzata dai pittori Beltrami, Cantinotti, Buffa e Zuccaro e va letta in maniera moderna, da sinistra a destra e dall'alto in basso.
Abside del braccio sinistro del transetto: In esso si trova l'Altare della Madonna dell'Albero, così chiamato in riferimento ad un precedente altare. Esso venne disegnato nel 1571 da Tolomeo Rinaldi, iniziato con modifiche da Francesco Maria Richini e completato da Fabio Mangoni. Sulle lesene dell'arcone sono presenti sei pregevoli altorilievi raffiguranti episodi della vita della Madonna. La grande statua centrale della Madonna con Bambino venne realizzata nel 1778 da Elia Vincenzo Buzzi.
In alto sono poi presenti statue seicentesche di San Carlo, Sant'Anna, San Gioachino e San Domenico.
La volta è una ricca decorazione in marmo ad altorilievo realizzata da vari artisti.
Nel centro del braccio sinistro del transetto si trova il Candelabro Trivulziano, dono dell'arciprete del Duomo Giovanni Battista Trivulzio nel 1562 e attribuito a Nicola da Verdun che lo avrebbe realizzato nell'undicesimo secolo, anche se alcuni lo ritengono ancora più antico e realizzato da più botteghe diverse. Nella parte superiore ha subito modifiche successive.
E' una fusione in bronzo comprendente numerose raffigurazioni di soggetti tipici dell'arte medievale: i segni dello zodiaco, i Vizi e le Virtù, le varie arti ed episodi del Vecchio Testamento. Il nodo centrale del fusto è occupato dai Re Magi, raffigurati mentre cavalcano verso la Vergine col Bambino.
Parete di fondo della navata laterale occidentale del transetto settentrionale: Alla parete si trova l'Altare di Santa Caterina, proveniente dalla Basilica di Santa Tecla e unico altare gotico del Duomo. Su di esso sono ancora presenti tracce delle originarie dorature tipiche dell'arte lombarda dell'inizio del quindicesimo secolo.
La statua della santa, al centro, è una scultura in legno intagliato e dipinto di epoca barocca.
A Santa Caterina da Siena è dedicata anche la parte superiore della vetrata, realizzata nel 1562 da Corrado de Mochis da Colonia e bottega e da leggere da sinistra a destra e dall'alto in basso. La parte inferiore della finestra, da leggere invece da sinistra a destra e dal basso in alto, presenta invece episodi della vita della Madonna immediatamente precedenti all'Incarnazione. All'apice (a metà della finestra, quindi) sono poi presenti un'Annunciazione e un Presepe.
Braccio sinistro del transetto - parete occidentale: La finestra è dedicata ai Santi Apostoli. Venne realizzata nel 1567 da Corrado de Mochis su disegni di Carlo Urbini da Crema.
Parete sinistra
Partendo dal transetto, ma contando, per simmetria con l'altro lato, dalla facciata:
Campata 8: Alla parete si trova l'Altare di Sant'Ambrogio. La pala d'altare venne dipinta nel 1600 da Federico Barocci e ritrae Sant'Ambrogio che riceve l'Imperatore Teodosio sulla porta della cattedrale.
Anche la vetrata è dedicata a Sant'Ambrogio. Realizzata nella seconda metà del diciannovesimo secolo da Pompeo Bertini, in essa sono rappresentati, dal basso in alto, gli episodi principali della vita del santo.
Campata 7: Alla parete vi è l'Altare di San Giuseppe. La pala d'altare è di Enea Salmeggia e raffigura lo Sposalizio della Vergine. Le varie statue rappresentano Davide e il profeta Aronne (ai lati), patriarchi e profeti (sul timpano).
Anche la finestra è dedicata a San Giuseppe, di cui sono rappresentati quattro episodi. Va letta dal basso in alto.
Campata 6: Alla parete si trova l'Altare del Crocifisso di San Carlo. La cappella venne rinnovata nel 1673. Al centro dell'ancona dell'altare e posto il grande crocifisso che, secondo la tradizione, San Carlo portò in processione durante la peste del 1576.
A sinistra si trova una statua di Santa Maria Maddalena (Giovanni Antonio Labus, 1842), a destra una di Santa Maria di Cleofe (Benedetto Cacciatori, 1842). Le statue sul timpano risalgono la 1597.
La vetrata è dedicata a Sant'Elena e il Rinvenimento della Croce e venne realizzata fra il 1570 e il 1577.
Campata 5: Alla parete si trova quello che resta del monumento che Francesco Sforza fece erigere nel quindicesimo secolo in memoria del suo capitano Alessandro Tarchetta.
La vetrata è dedicata a Le Glorie della Vergine e venne realizzata intorno al 1565.
Campata 4: La finestra è dedicata ai Santi Quattro Coronati (quattro scultori cristiani Claudio, Nicostrato, Sinforiano e Castorio, morti martiri sotto Nerone). Venne realizzata da Corrado da Colonia poco prima della sua morte nel 1569 su disegni di Pellegrino Tibaldi.
Campata 3: Alla parete si trova il Mausoleo degli Arcimboldi, ovvero il monumento a tre arcivescovi di Milano a cavallo dei secoli quindicesimo e sedicesimo appartenenti alla famiglia Arcimboldi: Giovanni, Guido Antonio e Giovanni Angelo.
La vetrata è del 1939, venne realizzata da Giovanni Buffa ed è dedicata a San Michele Arcangelo. Ha la peculiarità di essere occupata da un'unica grande scena.
Campata 2: Sulla parete è presente un grande polittico in marmo rosso in cui sono rappresentati otto figure di apostoli. Realizzato alla fine dell'undicesimo secolo si trovava in precedenza nella Basilica di Santa Maria Maggiore.
La finestra comprende, disposti casualmente, antelli provenienti dalle vetrate absidali.
Fra i due piloni più vicini alla parete si trova il battistero, costituito da un'edicola alta 7.5m in marmo pregiato. Venne realizzato da Pallegrino Tibaldi nel sedicesimo secolo. La vasca battesimale in porfido rosso proviene forse dalla terme dell'imperatore Massimiano Erculeo e si trovava prima nella Basilica di San Dionigi (non più esistente).
Campata 1: Sulla parete si trova la meridiana realizzata nel 1786 secondo le specifiche di Ruggero Boscovich.
A mezzogiorno la luce del sole, passante attraverso un apposito foro nelle volte, colpisce un apposito regolo in ottone inserito nel pavimento.
La vetrata è dedicata alla Storia di Re Davide e venne realizzata nel 1939 da Aldo Carpi.
Controfacciata: Solenne, eppure semplice, possiede portali e finestre inferiori del diciassettesimo secolo e un grandioso portale maggiore con l'architrave sostenuta da due colonne in granito rosa realizzate dal Richini.
Sul balcone interno posano due grandi statue del 1837, raffiguranti San Carlo e Sant'Ambrogio. Le finestre neogotiche sono invece del diciannovesimo secolo.
Le finestre del primo ordine raffigurano, da sinistra a destra:
- Santa Tecla, realizzata da Pietro Bagatti Valsecchi
- Sant'Ambrogio eletto vescovo di Milano, realizzata da Giuseppe Bertini
- San Carlo Borromeo vende il Principato d'Oria, realizzata da Giuseppe Bertini
- San Michele Arcangelo, di Giuseppe e Pompeo Bertini
Le finestre del secondo ordine raffigurano, da sinistra a destra:
- Celebrazione della Chiesa, realizzata da Giovanni Hajnal
- La Vergine Assunta, opera di Giovanni Hajnal
- La Sinagoga, opera di Giovanni Battista Bertini.
Finestrone neogotico in alto al centro:
- E' dedicata alla Trinità e ai suoi divini attributi, anche essa realizzata da Giovanni Hajnal.
Volte delle navate: Vennero realizzate "alla lombarda", in cotto, con nervature in marmo di candoglia. A inizio del diciannovesimo secolo le vele vennero decorate a tempera con simulazioni di trafori gotici in marmo. In una parte della copertura della cattedrale tale decorazione venne rimossa durante i restauri che hanno avuto luogo fra il 1962 e il 1971.
Pavimento: E' in marmi policromi. Venne iniziato nel 1585 da Martino Bassi su disegno di Pellegrino Tibaldi. In gran parte è stato rifatto a partire dal 1938. Su un fondo di marmo di Candoglia sono intarsiati motivi gotici e barocchi in marmo rosso e nero. Il pavimento è più elaborato in corrispondenza dei grandi altari della Madonna e di Giovanni Buono.
Tiburio: La sua costruzione fu il problema principale nella progettazione del Duomo, tanto che per completare la cupola furono necessari 120 anni e altri 300 ne occorsero per completare il tiburio.
Il complesso del tiburio comprende la grande cupola posta sopra alla crociera, la struttura ottagonale che la avvolge esternamente e la grande guglia, le quattro guglie intorno ad essa e le strutture di collegamento.
A sostenere i tiburio sono i quattro piloni della crociera, rinforzati rispetto agli altri. Da essi si dipartono quattro arconi acuti. I pennacchi di collegamento fra le arcate trasformano poi la base quadrata in una ottagonale. Alla costruzione del tiburio contribuirono, in varia misura, fra gli altri Matteo da Campione, Guiniforte Solari, Leonardo da Vinci, Giovanni Antonio Amadeo, Gian Giacomo Dolcebuono e Donato Bramante.
Nei quattro pennacchi della cupola sono dipinti tondi con all'interno raffigurazioni dei busti dei Dottori della Chiesa Occidentale: Gerolamo, Ambrogio, Agostino e Gregorio Magno. All'interno dei quattro arconi sono invece inserite 60 statue di profeti, condottieri, personaggi del popolo ebraico e le mitiche Sibille.
La struttura del tiburio possiede un significato teologico, oltre che estetico. Forse addirittura duplice. Da un lato, infatti, esso corrisponderebbe a Dio sedente in trono (guglia maggiore) attorniato dai quattro evangelisti (quattro gugliotti). Dall'altro esso è una glorificazione della Vergine Maria, rappresentata infatti all'apice della guglia maggiore, dichiarata dai quattro Dottori della Chiesa raffigurati nei pennacchi. In questo senso il Duomo di Milano si configurerebbe come il santuario mariano per eccellenza.
In linea col significato teologico del tiburio anche i tondi marmorei al vertice delle volte del presbiterio, del coro e dell'abiside: nel primo è raffigurato San Giovanni Battista, nel secondo una Madonna con Bambino, nel terzo la testa del Padre Eterno, quest'ultimo in rame dorato e oggi sostituito da una copia, con l'originale nel Museo del Duomo.
Le vetrate del tiburio sono recenti (furono inaugurate nel 1968) e sono dedicate al Concilio Vaticano II.
Pulpiti: Sono posti ai lati dell'ingresso del presbiterio. Vennero iniziati al tempo di Carlo Borromeo e completati sotto Federico Borromeo. Sono entrambi circolari e dotati di fastosi parapetti in rame sbalzato e dorato disegnati da Pellegrino Tibaldi.
Il pulpito di sinistra reca storie del Nuovo Testamento e appare poggiare su mensole raffiguranti i simboli degli evangelisti. Il pulpito di destra reca invece storie del Vecchio Testamento ed è sostenuto da mensole raffiguranti i Dottori della Chiesa.
Coro senatorio e organi: Il coro senatorio è la parte rialzata del presbiterio, corrispondente alla parte terminale della navata centrale, e deriva il suo nome dal fatto che un tempo era riservato alle autorità e ai rappresentanti del popolo. Esso venne pensato nel 1550 per poter realizzare sotto di esso una cappella.
Ai lati del coro senatorio si trovano i due organi del Duomo, collocati al di sopra di due palchetti. L'organo di sinistra venne realizzato fra il 1533 e il 1577, quello di destra venne invece completato nel 1588. Entrambi gli organi terminano verso l'alto con un monumentale cupolino decorato con sedici statue in legno dipinto e dorato realizzate all'inizio del diciassettesimo secolo da Giovanni Taurino e Pietro Appiano detto il Locarno. I due grandi organi sono chiusi da 14 antoni con tele raffiguranti episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento. Due tele aggiuntive sono purtroppo andate perse durante la seconda guerra mondiale.
Presbiterio
La zona del presbiterio venne progettata da Pellegrino Tibaldi nella seconda metà del sedicesimo secolo e portata a termini da Francesco Maria Richini nel secolo successivo. La sua suddivisione attuale è frutto del rinnovamento occorso dopo il restauro dei piloni del tiburio nel 1984 e venne definita secondo i dettami del Concilio Vaticano II. Oggi il presbiterio è diviso in due parti, con diverse funzionalità: il presbiterio festivo, rivolto verso la navata centrale e occupante una parte della navata centrale e del vecchio coro senatorio, e quello feriale, rivolto verso l'abside.
Al centro del presbiterio festivo si trova l'altare maggiore, della fine del dodicesimo secolo e proveniente dalla basilica di Santa Maria Maggiore. I suo piano a sostenuto da dieci pilastrini semiottagonali collegati da tavole levigate. Quelle centrali su i due lati maggiori sono arricchite da raffigurazioni in rilievo. Esse, infatti, provengono in effetti sa un sarcofago romano pagano del terzo secolo.
Dietro all'altare si trova il nuovo coro, semicircolare e interrotto al centro, in modo da permettere di raggiungere il ciborio dietro di esso.
Ciborio
Posto al di sopra di un'ampia base riccamente decorata e raggiungibile tramite una breve scala, il ciborio è un tempietto formato da otto colonne in bronzo dorato reggenti una cupola coronata da una statua di Cristo trionfante e contenente al suo interno il tabernacolo sorretto da quattro angeli.
Il ciborio venne progettato da Pellegrino Tibaldi nella seconda metà del sedicesimo secolo.
Il tabernacolo è un dono di Papa Pio IV a suo nipote cardinale Carlo Borromeo ed è un prezioso scrigno a forma di tempietto classico circolare. Il suo basamento è decorato con un bassorilievo in bronzo narrante la vita di Gesù. All'apice una corona di statuette raffiguranti gli apostoli e al centro una statua di Cristo benedicente.
Coro
Il coro originario, quello in noce intagliato che occupa la parte inferiore delle pareti dell'abside centrale comprende di file di stalli, venne realizzato nel sedicesimo secolo. I dossali, quasi tutti disegnati da Pellegrino Tibaldi, raffigurano nella fila superiore la vita di Sant'Ambrogio e Santi Martiri.
I dossali degli stalli della fila inferiore raffigurano invece Santi Vescovi della Chiesa Ambrosiana.
Sulla volta del coro è conservato all'interno di una teca di cristallo il "Sacro Chiodo", ovvero un chiodo della croce di Cristo che la tradizione vorrebbe essere stata donata a Sant'Ambrogio dall'Imperatore Costantino. Ogni anno, il 14 Settembre, essa viene prelevata dall'arcivescovo di Milano, che la raggiunge per mezzo di una piattaforma mobile del diciottesimo secolo detta "Nivola" perché decorata con nuvole e angeli, ed esposta nel Duomo.
La recinzione marmorea che avvolge esternamente il presbiterio è detta tornacoro. Sul lato esterno è divisa orizzontalmente in due ordini architettonici. In quello inferiore si aprono gli accessi e le finestre che illuminano la cripta sottostante. In quello superiore è invece narrata la vita della Madonna attraverso diciassette grandi altorilievi marmorei separati da statue di angeli e da ulteriori altorilievi più piccoli con simboli mariani. Si tratta del più importante ciclo della scultura lombarda tardomanierista.
Cripta
Questa parte della cattedrale venne concepita da Galeazzo Alessi, definita da Pellegrino Tibaldi e realizzato da Francesco Maria Richini.
Essa si compone di varie parti:
- Coro invernale: Si tratta di una cappella circolare interrata. L'altare si trova al centro, circondato da un presbiterio rotondo delimitato otto colonne marmoree collegate da una balaustra barocca in marmi policromi. Poco più della metà delle pareti laterali è occupata dagli stalli del coro. La volta è caratterizzata da una ricca decorazione a stucco disegnata da Pellegrino Tibaldi.
- Cappella di San Carlo: vano rettangolare posto ad un livello più basso rispetto al coro invernale e collegato con esso da una scala. Percorrendola fino in fondo si raggiunge lo
- Scurolo: piccolo vano ottagonale contenente le spoglie di San Carlo. La volta è decorata con una larga cornice in argento della fine del diciassettesimo secolo in cui sono raffigurati a sbalzo otto episodi della vita del santo. Alle pareti una suntuosa tappezzeria in broccato rosso e oro. Sul fondo, sopra ad un altare, si trova un'urna in cristallo e argento donata da Filippo IV in cui sono conservati i resti del santo.
- Tesoro: In un locale a fianco dello scurolo sono esposti al pubblico i pezzi più significativi del tesoro del Duomo.
Tetto
Fin dall'inizio furono inserite nei progetti del Duomo di Milano numerose scale atte a raggiungerne il tetto, quest'ultimo realizzato diviso in terrazze inclinate facilmente pedonabili. Ciò dimostra che già in origine gli architetti avevano pensato di rendere visitabile il tetto della cattedrale, così da permettere a tutti di godere degli scorci e dei panorami unici che esso offre.
Fra le numerose guglie di varia dimensione che decorano il tetto del Duomo le più importanti sono:
- Guglia Carelli: Si tratta della guglia più antica (venne realizzata nel 1400) e si trova all'estremità settentrionale dell'abside. E' dedicata al mercante Marco Carelli, morto nel 1394, che lasciò un ricco lascito alla Fabbrica del Duomo. E' decorata con numerose statue di angeli e profeti (in realtà copie, con gli originali esposti nel Museo del Duomo). La statua alla sommità, opera di Giorgio Solari e realizzata nel 1404, rappresenta San Giorgio, anche se secondo la tradizione, l'autore vi ritrasse Gian Galeazzo Visconti.
- Guglia all'estremità meridionale dell'abside: E' l'omologa della precedente sull'altro lato. E' la seconda guglia a venire realizzata e risale al sedicesimo secolo.
- I quattro gugliotti: Sono le quattro guglie poste immediatamente intorno al tiburio. Sono più alte a massicce delle altre, sono riccamente decorate con statue e sono percorse da una scala elicoidale che porta dal terrazzo inferiore a quello superiore del tiburio.
° Gugliotto dell'Amodeo: E' il primo che venne costruito (1507-1518) e si trova sullo spigolo di nord-est del tiburio. La sua struttura architettonica è ancora gotica, il suo apparato decorativo è invece rinascimentale. E' collegato al tiburio tramite una specie di ponticello che porta allo spazio agibile fra le due volte del tiburio.
° Gugliotto di sud-ovest: E' il più alto dei quattro, venne costruito nel 1843 su progetto dell'architetto Pietro Pestagalli ed è dedicato ai testimoni della fede. E' decorato con statue raffiguranti sante e santi meno conosciuti.
° Gugliotto di nord-ovest: Anche esso è ottocentesco. Si deve agli architetti Giuseppe Vandoni e Paolo Cesa Bianchi. E' dedicato al Rosario e alle Litanie mariane.
° Gugliotto di sud-est: Realizzato da Cesa Bianchi negli anni 1887-1870. E' dedicato alla Speranza e la statuaria descrive la genealogia della Vergine.

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Piazza del Duomo, 20122 Milano (MI), Italia
Foto aggiuntive della Duomo nella sezione Fotografia
Milano: Piazza Duomo allestita per il Natale 2022
Milano: Il Duomo visto dalla Terrazza Martini
Milano: Il Duomo e la piazza vista dalla Terrazza Martini
Milano: Fondo della navata centrale del Duomo
Milano: Statua di San Bartolomeo spellato nel Duomo
Milano: Altare della Presentazione di Maria Vergine al Tempio nel Duomo
Milano: Navata centrale del Duomo
Milano: Altare del Crocifisso di San Carlo nel Duomo
Milano: Coro senatoriale e organi del Duomo
Milano: Organo sinistro del Duomo
Milano: Duomo, torre del Castello Cova e campanile maggiore della Basilica di Sant'Ambrogio
Milano: Magnolia in fiore con finestra del Duomo illuminata sullo sfondo
Milano: Una delle due magnolie dietro al Duomo con la Rinascente sullo sfondo
Milano: Mercatini di Natale a fianco del Duomo
Milano: Piazza Duomo all'imbrunire
Milano: Interni liberty del Bar Camparino in Piazza Duomo
Milano: Il finestrone centrale posteriore del Duomo
Milano: Zampognari sul sagrato del Duomo
Milano: Magnolia bianca dietro al Duomo in fiore
Milano: La magnolia rosa dietro al Duomo in fiore
Milano: Facciata del Duomo in notturna
Milano: Il Duomo visto da via San Raffaele
Milano: Pinnacoli del Duomo con luna
Milano: Dettaglio del Duomo al crepuscolo
Milano: Il Duomo al crepuscolo
Milano: Le guglie del Duomo
Milano: Sul tetto del Duomo
Milano: Panorama dal tetto del Duomo
Milano: Torre Velasca dal tetto del Duomo
Milano: Vista sulla città dal tetto del Duomo
Milano: Pinnacoli sul tetto del Duomo
Milano: L'Arengario visto dal tetto del Duomo
Milano: Vista dal tetto del Duomo
Milano: Duomo con dietro nuvole nere e illuminato dal sole al tramonto
Milano: Particolare del Duomo
Milano: Due finestre della facciata del Duomo
Milano: Due pinnacoli del Duomo all'imbrunire con la luna sullo sfondo
Milano: Finestra del Duomo di Milano