Besana in Brianza (Monza e Brianza): Ex Monastero Benedettino di Brugora
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L'ex Monastero di Brugora, ora sede della Fondazione G. Scola, deputata all'assistenza degli anziani, è un antico monastero benedettino femminile posto ai bordi del Parco Regionale della Valle del Lambro e fondato dalla famiglia Casati, importante famiglia locale, nel 1102, per volere del sacerdote Eriberto Casati. Il monastero aveva la funzione di accogliere le figlie delle nobili famiglie del territorio ed è unito ad un’antica chiesa dedicata ai SS. Pietro e Paolo. L'impianto sia del monastero che della chiesa sono romanici, anche se in epoca barocca vennero effettuate molte modifiche, così che adesso sono presenti anche numerosi elementi barocchi. La chiesa è divisa in due parti, una pubblica (quella cui si accede attraverso l'ingresso principale) e una in origine accessibile solo alle monache e detta Sala del Coro.
Chiesa pubblica Essa venne costruita in stile romanico al posto di una precedente chiesa paleocristiana ed è stata oggetto di profonde modifiche in epoca barocca. La facciata (Fig. 1) è ancora quella romanica originale, a capanna e costruita con blocchi di serizzo alternato a granito. Priva di ogni decorazione, gli unici elementi presenti sono un grande timpano triangolare, delimitato alla base da uno sbalzo e sugli spioventi da sottili mensole, e una grande finestra circolare. Il portone di ingresso è di legno e a due battenti, ciascuno suddiviso in sei rettangoli decorati con un rombo e un tondo in rilievo. Il portale comprende una doppia cornice. A quella esterna corrisponde un arco decorato con animali reali e mitologici in rilievo, a quella interno un arco decorato con tralci di vite. Archi e cornici sono congiunti da da capitelli in marmo bianco con incisi i simboli dei quattro evangelisti.
Il campanile è ancora in gran parte quello romanico, a base quadrata e innestato sull'antica navata laterale meridionale della chiesa. È dotato di robusti contrafforti angolari in conci di pietra simili a quelli della facciata. La cella campanaria in mattoni è invece più recente.
L’interno è a navata unica sormontata da volte a crociera che hanno coperto le originali capriate. Originariamente le navate dovevano essere tre, le due laterali sono state abbattute. Tutte le decorazioni attualmente presenti all'interno della chiesa pubblica sono di epoca barocca. L’unico elemento originario della struttura ancora riconoscibile è dato da una parete di controfacciata a spina di pesce, costituita da ciottoli alluvionali a vista. Accanto a questa un capitello con la parte posteriore a forma di un animale. L'abside (Fig. 3) è rettangolare. Addossato alla parete di fondo, corrispondente alla parete di separazione fra lo spazio pubblico e quello riservato alle monache, si trova un altare barocco in marmi policromi. Ai lati, sulla parete, sono presenti due cornici ovali barocche in stucco, con all'interno la Vergine e San Giuseppe, e resti di affreschi di varie epoche che si sovrappongono. In particolare, si riconoscono dei putti che reggono un sipario nella parte inferiore e frammenti di figure cinquecentesche nella parte superiore. Dello stesso autore anche le incorniciature in stucco degli affreschi in controfacciata (San Pietro, San Paolo e San Benedetto), le pale d'altare e i dipinti sulle sovrapporte. L'assenza della pala d'altare all'interno dell'ancona rende visibile l'affresco posto al centro della parete posteriore e costituito da un'Ultima Cena. Di un ignoto artista di scuole lombarda esso venne realizzato verso la fine del sedicesimo secolo. Esso presenta vari elementi curiosi: da una parte non segue l'impostazione locale (che trova la sua massima espressione dell'Ultima Cena di Leonardo), bensì quella presente nell'incisione Piccola Passione di Dürer, dall'altra presenta un'anomalia iconografica, consistente nella presenza di Dio Padre, normalmente mai raffigurato nell'Ultima Cena. L'affresco venne per questo nascosto alla fine del diciassettesimo secolo, ponendo davanti ad esso una pala d'altare di Daniele Crespi raffigurante un'Ultima Cena più ortodossa. In epoca napoleonica questa venne poi trasferita in Brera a Milano e sostituita con una Crocifissione del Morazzone. L'affresco originario è stato riscoperto solo di recente, nel 1999, in seguito alla rimozione della Crocifissione per sottoporla a restauro. Il fatto che esso sia rimasto per molto tempo nascosto è il motivo per cui i suoi colori sono ancora così intensi.
Sala del Coro Essa corrisponde alla parte della chiesa in uso esclusivo alle monache del convento. Per quanto siano ancora presenti molti affreschi (di epoca a cavallo fra quindicesimo e sedicesimo secolo), molti altri sono andati perduti perché la chiesa è stata lasciata per lungo tempo in totale stato di abbandono e adibita addirittura a magazzino. Per questo motivo anche tutti gli affreschi rimasti sono più o meno rovinati. Più piccola della chiesa pubblica, presenta volte a crociera con costoloni messi in evidenza da fasce decorative e vele decorate con raggiere stilizzate. La parete di tremezzo (Fig. 2), quella che separa le due parti della chiesa, è in gran parte occupata da una raffigurazione trompe l'oeil di un grande altare barocco decorato con piante e fiori e posto davanti ad una struttura architettonica. In alcuni punti affiorano resti di un affresco più antico. Sulla parete di sinistra (guardando la parete di tremezzo) è presente nella parte superiore un grande affresco diviso in tre riquadri in cui sono raffigurati tre episodi della vita della Vergine Maria: La Natività, L'Assunzione (in basso la bara vuota circondata dagli apostoli e in alto la Vergine, circondata da angeli) e L'Incoronazione (con la Vergine all'interno di una grande mandorla sorretta da angeli). Tutte e tre le scene, attribuite al cosiddetto maestro di Brugora, sono illustrate con con grande attenzione ai particolari, ma anche se in modo un po’ ingenuo. Sulla parete di destra sono presenti una Deposizione (purtroppo molto rovinata), con in primo piano alcune figure che compiangono il Cristo morto (fra esse, tutto a destra, forse anche il committente) e sullo sondo le monache, riconoscibili dalle vesti marroni, che scendono dal Monte Calvario sulla cui cima si trovano le te croci vuote, e una Madonna con Bambino fra le sante Caterina e Apollonia. Le ultime tre figure sono rappresentate su un elegante sfondo architettonico in prospettiva con decorazioni tipicamente rinascimentali. Superiormente è poi presente una spessa banda decorata con grottesche. Gli affreschi di questa parete sembrano essere attribuibili ad una mano diversa da quella del Maestro di Brugola. Sulla parete verso l'esterno, infine, ai lati dell’oculo centrale, son dipinti due gruppi di monache benedettine oranti attribuibili al Maestro di Brugora. Le suore sono ritratte mentre pregano e cantano, in accordo col fatto che la sala era usata dalle monache per la preghiera e il canto corale (e per questo alle pareti c'erano in origine gli stalli di un coro). Sotto all'oculo, infine, tre santi benedettini, San Benedetto tra San Placido martire e San Placido abate. L'autore dell'affresco è sconosciuto, ma lo stile fa pensare ad un artista diverso dal Maestro di Brugora, forse un artista vicino al Bergognone.
I chiostri Il complesso comprende due chiostri. Il primo è detto della foresteria (Fig. 5), in questo spazio le suore non accedevano, un sacerdote si occupava di vendere i prodotti del monastero nei terreni di sua proprietà. Anch se il chiostro è del diciottesimo secolo, le colonne sono in serizzo-ghiandone (pietra grigia locale) e con doppia rastremazione alla maniera rinascimentale. Attraverso un portico si passa al secondo portico, più grande e detto del pozzo (Fig. 4). Gli archi del piano terra sono ribassati, quelli superiori a pieno centro, con la caratteristica che ad un'arcata del pian terreno ne corrispondono due o tre del primo piano. Su una lunetta resti di un affresco che raffigura San Pietro e San Paolo.
Refettorio Dal chiostro del pozzo, sul lato opposto a quello dove si trova la Sala del Coro, si può raggiungere l'ex refettorio. Una delle sue pareti è occupata da una grande crocifissione (6.6 x 3.3m, Figura grande). Non si sa se la parete opposta fosse, come usuale, occupato da un'Ultima Cena. Sicuramente la sala era in origine più lunga. L'affresco venne realizzato nel 1512 ed è attribuito al Maestro di Brugora e alla sua bottega. Il Maestro di Brugora era probabilmente uno degli artisti erranti cui a quel tempo era demandata la decorazione delle chiese di campagna, corrispondenti a comunità che non erano economicamente in grado di ingaggiare i più prestigiosi artisti di città. Come gli affreschi dello stesso autore nella Sala del Coro, anche in questo caso si apprezza una buona cura per i dettagli unità ad una certa ingenuità e teatralità. Nel caso della figura del Cristo, per esempio, il sangue esce dal costato in maniera così copiosa da fluire lungo tutta la croce. In generale tutte le espressioni dei visi sono molto marcate, così da rendere la loro interpretazioni assolutamente univoca. Alla destra del Cristo, il Buon Ladrone: si nota che l’espressione del viso è pentita e serena; a sinistra il Cattivo ladrone è rappresentato in agonia, a dimostrare che chi si pente avrà la vita eterna, mentre per gli altri c’è solo la morte. Sotto la croce sono presenti ben ventiquattro figure. Sotto, a destra, le tre Marie, la Madonna sorretta dalle donne dolenti: l’espressività di queste figure fa pensare che sia stata tratta da un unico modello. Ai piedi del Cristo, San Giovanni piangente, mentre la figura inginocchiata è Maria Maddalena. Il centurione a cavallo a destra del crocefisso indossa una corazza di epoca rinascimentale. Il suo atteggiamento solenne induce ad ipotizzare che potrebbe essere una rappresentazione del committente. A sinistra, con un libro e la spada, l’apostolo Paolo, a destra Pietro con le chiavi d’oro e d’argento; ai suoi piedi una figurina demoniaca di cui non si sa bene il significato. Un gruppo di religiosi e religiose, in abito scuro e con aureola, rappresenta una sacra conversazione di cinque religiosi dell’Ordine Benedettino. La figura con la palma è un martire benedettino. In generale tutti i personaggi raffigurati sono personaggi storici, ritratti rispettandone la tradizionale simbologia. Da notare che il paesaggio di sfondo è un tipico paesaggio lombardo. Al centro, dietro alla croce, uno sbiadito fortilizio, forse il castello dei Casati, oppure la rappresentazione di Gerusalemme.
Vedere anche: http://www.fondazionegscolaonlus.com/public/allegato/Visita.pdf L’Assunzione di Brugora, capolavoro da riscoprire
Categorie: Luoghi di interesse storico di interesse artistico
Via Camillo Benso Cavour, 27, 20842 Besana In Brianza MB, Italia |
Foto aggiuntive della Ex Monastero Benedettino di Brugora nella sezione Fotografia |