Monza (Monza e Brianza): Chiesa di Santa Maria di Carrobiolo
|
Visualizza da visitare intorno a Milano: |
La chiesa di Santa Maria di Carrobiolo (o al Carrobiolo) pur essendo quasi del tutto sconosciuta al grande pubblico è una chiesa che conserva al suo interno numerose opere d'arte di pregio, sia sotto forma di tele e statue, sia sotto forma di decorazioni ad affresco.
STORIA La versione attuale della chiesa venne costruita nella seconda metà del sedicesimo secolo. La chiesa ha però origini più antiche, essendo la prima versione stata eretta fra il 1232 e il 1234 in stile romanico ad opera degli Umiliati. Nel 1571 l'ordine degli Umiliati venne soppresso da Papa Pio V, per avere alcuni suoi membri addirittura organizzato un'attentato contro San Carlo, perché questi stava impegnandosi per imporre all'ordine una riforma che mettesse freno alle sue pratiche poco spirituali e troppo legate alla ricchezza materiale.
Il complesso della chiesa e del relativo convento fu assegnato da San Carlo ai padri Barnabiti che, nel 1573, iniziarono a rinnovarlo, conservando tuttavia le strutture della chiesa, del campanile e del chiostro. Il 15 giugno 1584 San Carlo Borromeo consacrava il tempio.
Il complesso andrò crescendo nel corso degli anni. A partire dal diciassettesimo secolo esso divenne anche collegio. Nel 1638 fu istituito il seminario per gli studi filosofici, per gli studenti del quale fu poi costruita una ulteriore ala a portici che si identifica con l’attuale fianco sinistro dell'ex palazzo di giustizia. Ulteriori acquisizioni tramite acquisti o donazioni seguirono successivamente.
Nel diciottesimo secolo venne realizzata gran parte degli affreschi in stile rococò che decorano le superfici interne della chiesa. Quelli delle navate laterali sono ridipinti in stile nel 1926 da Luigi Morgari.
Nel 1796 Napoleone stabilì a Milano la Repubblica Cisalpina. In conseguenza di ciò, fino al 1799 il complesso venne utilizzato come acquartieramento per soldati, sia francesi che della Repubblica Cisalpina. Nel 1798 la Repubblica Cisalpina decise la nazionalizzazione forzata e nel 1810 Napoleone stabilì la soppressione degli ordini religiosi. Vari beni del convento non andarono per dispersi grazie all'aiuto sia del Comune di Monza, che trasferì la sua sede nel collegio, sia grazie a privati cittadini. In particolare il marchese Carlo Arconati acquistò una parte significativa dei beni nazionalizzati, sia mobili che immobili, per poi lasciarli in eredità proprio ai Barnabiti. Questi tornarono in possesso del complesso nel 1825 e sono ancora oggi presenti.
Riguardo alle origini del termine Carrobiolo esistono varie teorie (comunque non troppo diverse fra loro):
- La parola deriverebbe da "currus", ovvero strada percorsa da carri, a sottolineare che la chiesa non si trovava in un vicolo.
- La parola deriverebbe da "quadrivium", ovvero incrocio di quattro strade.
- "Carrobìolo" deriverebbe da piccolo carrobbio, cioè piccola piazza per la sosta dei carriaggi presso le antiche porte cittadine
STRUTTURA Il complesso della Chiesa e del Convento di Santa Maria di Carrobiolo occupa due lati della piazza su cui si affaccia. Chiesa e convento sono esteticamente nettamente distinti: l'ala del convento che si affaccia sulla piazza presenta una muratura molto sobria, quasi severa, in mattoni a vista. La facciata della chiesa è invece intonacata e dipinta con colori chiari.
Facciata La facciata della chiesa ha una struttura tardo rinascimentale, con una marcata divisione orizzontale e verticale per mezzo di lesene e cornicioni. Sono quindi presenti due ordini e tre sezioni verticali (a rispecchiare la suddivisione dell'interno in tre navate). L'ordine superiore, sormontato da un frontone, occupa solo la sezione centrale ed è raccordato con l'ordine inferiore da elementi curvilinei. Gran parte della sua superficie è occupata da una grande serliana. L'ordine inferiore presenta tre portali. Quello centrale è marcatamente più grande di quelli laterali. Al di sopra di questi ultimi sono però presenti due ampie finestre a lunetta. Degno di nota è anche il portale del convento in stile barocco, realizzato in arenaria. Esso è caratterizzato dalla presenza alla sommità di una nicchia ovale contenente un mezzobusto raffigurante San Paolo (opera di Elia Vincenzo Buzzi del 1731). Attraversandolo ci si trova davanti un secondo portale in marmo che incornicia una grande porta in legno massiccio con decorazioni in rilievo. Ad esso corrisponde, sul lato interno, un portale barocco simulato, ovvero una sua rappresentazione ad affresco trompe l'oeil.
L'interno della chiesa La chiesa comprende tre navate, con quelle laterali larghe e alte circa la metà di quella centrale, dalla quale sono separate da archi poggianti su colonne circolari. La navata centrale possiede volta a botte lunettata e quattro finestre per lato poste in alto. Malgrado la presenza della grande serliana in facciata e di due finestre nell'abside la chiesa risulta perciò piuttosto buia. E' da notare come presbiterio e coro siano molto profondi, in proporzione alle dimensioni della navata, arrivando quasi ad occupare metà della lunghezza interna totale. Il presbiterio e le aree corrispondenti alle ultime campate delle due navate (aree che diventano così funzionalmente equiparabili a due cappelle) si trovano a un livello rialzato rispetto al corpo della chiesa, situazione voluta fin dal 1581 dai Barnabiti per sottolineare la separazione tra lo spazio destinato ai fedeli e quello riservato alle celebrazioni. La chiesa possiede poi una sola altra cappella, la cappella dell’Addolorata (oggi cappella del Crocifisso, Fig. 4), aperta nel XVII secolo a metà del lato sinistro e di dimensioni tali da possedere la struttura di una piccolissima chiesa, con un proprio presbiterio e abside. Gli affreschi della volta della navata centrale, comprendenti varie quadrature, vennero realizzati fra il 1707 e il 1709 dai Fratelli Grandi di Varese. Per le medaglie e le parti figurative fu incaricato Andrea Porta coadiuvato da Andrea Mazzolini. Al centro della volta è rappresentata s. Agata accolta in cielo dalla Vergine Maria e accompagnata da un volo di angeli, due dei quali reggono le tenaglie e la palma del martirio; nelle due campate adiacenti continua la visione dell'empireo con una Gloria di angeli attorno alla colomba raggiante e angeli musicanti. Gli affreschi delle volte delle navate laterali, con Santi, angeli e quadrature che richiamano le precedenti decorazioni settecentesche di G.B. Riccardi (1762), sono opera di Luigi Morgari (1926). Da notare, nella navata principale fra gli archi, dei tondi contenenti, su fondo dorato, dei busti a rilievo dei Padri della Chiesa. In controfacciata è presente uno splendido organo di fattura monzese, realizzato nel 1850 dalla famiglia Tornaghi. Esso è collocato entro una cantoria con parapetto decorato con figure in rilievo dorate. Degna di nota, in particolare, anche la decorazione ad affresco Trompe-l'œil sulla parete della campata che comprende l'entrata laterale interna dal corridoio del convento: essa rappresenta un terrazzo popolato da angeli, con al centro una targa commemorativa della riconsacrazione nel 1584 della chiesa da parte di San Carlo e sopra di essa un ovale con una rappresentazione del santo. La quadratura è di Giovanni Battista Riccardi mentre gli Angeli e l'ovale con San Carlo in preghiera sono opera di Giovan Antonio Cucchi (1762).
Le cappelle Cappella caponavata sinistra: Contiene la pala con San Giuseppe e il Bambino (XIX secolo) e la Pala del Sacro Cuore, di G. B. Zalli (1839) Cappella caponavata destra: Ospita la pala con la Vergine tra S. Paolo e il Beato Alessandro, opera dello Zalli (1839), e la Madonna della Provvidenza di Emilio Parma (1922) Cappella del Crocifisso (Fig. 4): La cappella è strutturata come una chiesa in miniatura, con un corpo quadrato dotato sul lato opposto all'entrata di un abside rettangolare. Entrambi gli spazi sono dotati di una cupola, come copertura. Gli elementi artisticamente di maggior pregio della cappella sono rappresentati dal grande crocifisso seicentesco, attribuito a Battista da Saronno e restaurato nel 2008, e dalla statua della Madonna Addolorata, pure essa seicentesca. Degne di menzione, benché recenti, anche le due grandi icone raffiguranti San Paolo (a destra) e il fondatore dei Barnabiti, Sant'Antonio Maria Zaccaria, raffigurato con in mano un modello della Chiesa dei Santi Paolo e Barnaba a Milano e l'altare costituito da un unico blocco di marmo. Esso è opera di frate Costantino Ruggeri e venne donata nel 1992 dalla Famiglia Paletti in memoria del figlio Riccardo pilota di Formula 1, morto in un grave incidente nel Gran Premio di Montreal del 1982. Nella cappella si trova anche il sepolcro della famiglia Arconati Visconti. Gli affreschi alle pareti furono realizzati da Luigi Morgari del 1926.
Presbiterio e abside Come detto, la cappella maggiore è piuttosto profonda. Essa è composta da due zone rettangolari separate dal grande altare maggiore, al fianco del quale si trovano due passaggi chiusi da tendaggi. L'altare maggiore in marmo e bronzi dorati venne realizzato da Carlo Nava nel 1750. Alle pareti del presbiterio si trovano due dipinti di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo: l'Assunta, a sinistra, e Sant'Agata a destra. Sulla volta la Gloria di Sant'Agata di Andrea Montalti (fine '600). La seconda zona è occupata nella parte inferiore dal coro in noce del 1582. Al centro della parete di fondo si trova una statua in marmo dell'Assunta (1858), circondata da angeli in stucco. Ai lati le statue di Salomone e Davide. Sulla cupola una Gloria della Vergine, affresco di Luigi Trecout realizzato nel 1844. Sui pennacchi i quattro evangelisti.
Campanile Il campanile risale ancora alla versione medioevale della chiesa (pare sia stato costruito nel 1339). Alto ca. 30m, esso è quindi in tipico stile romanico lombardo, con pianta quadrata, struttura in mattoni a vista e divisione in più livelli con archetti pensili decorativi ad indicare il passaggio fra un livello e l'altro. L'altro elemento decorativo è rappresentato da grosse pietre squadrate grigie, specie in posizione angolare. Ogni lato del penultimo livello ospita un'ampia monofora evidenziata da una spessa cornice in mattoni e pietra. La cella campanaria possiede invece, su ogni lato, una trifora con colonnine in pietra. E' presente anche un orologio.
La chiesa e il convento contengono al loro interno varie opere d'arte di pregio. In particolare ricordiamo:
- Parete prima campata destra: Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, Adorazione dei Magi (1619)
- Parete seconda campata destra: Anonimo (fine sedicesimo secolo), Sacra Famiglia e i santi Giacomo, Filippo e Orsola.
- Parete quarta campata destra: Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, Adorazione dei pastori (1619)
- Parete prima campata sinistra: Riccardo de’ Tavolini, Sposalizio della Vergine (diciassettesimo secolo)
- Parete seconda campata sinistra: Simone Peterzano, Madonna del Latte con i Santi Giovannino, Paolo, Pietro, Giuseppe ed Elisabetta. Un'altra opera dello stesso autore, Gloria di Ognissanti è conservata nel convento
- All'interno del convento, il “Sancti Caroli Donum”, una tela di Antonio Campi con gli episodi della Passione collocata in una ancòna lignea.
Vedere anche: ITINERARIO ARTISTICO sul sito web del Convento di Santa Maria al Carrobiolo
Categorie: Luoghi di interesse storico di interesse artistico
Piazza Carrobiolo, 8, 20900 Monza MB |
Foto aggiuntive della Chiesa di Santa Maria di Carrobiolo nella sezione Fotografia |