Cappella Portinari
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Principali stili rappresentati: Rinascimentale
La Cappella Portinari fa in effetti parte della Basilica di Sant Eustorgio. Data la sua bellezza, la sua ampiezza e il fatto che la suo accesso è a pagamento, diversamente da quanto avviene per il resto della basilica, si è deciso di dedicarle una pagina apposita.
STORIA La cappella fu costruita a partire dal 1462 per volere del fiorentino Pigello Portinari, rappresentante a Milano del Banco Mediceo, che volle erigerla a sue spese come sacello per la reliquia di San Pietro da Verona. Non è chiaro a chi si deve il progetto. Secondo il Vasari essa venne progettata dall'architetto fiorentino Michelozzo (Michele di Bartolomeo Michelozzi), ma la cosa è poco verosimile. Qualcuno ha fatto anche il nome del Filarete (Antonio di Pietro Averlino, o Averulino). I lavori procedettero in maniera molto spedita e già nel 1468 era stata realizzata gran parte della decorazione pittorica. Pigello Portinari venne poi seppellito nella cappella nel 1468. La lastra tombale si pensa fosse posta al centro del coro e che sia stata rimossa quando l'Arca di San Pietro Martire venne spostata dalla quinta campata della navata sinistra della basilica nel coro della cappella Portinari. L'arca venne poi spostata nella posizione attuale nel 1875. La cappella, che in origine era stata quindi pensata come spazio vuoto, svolse anche la funzione di coro iemale. E' in accordo con tale funzione il motivo decorativo degli angeli musicanti sul tamburo della cupola. La cappella è stata oggetto importanti interventi di restauro che si sono protratti dal 1989 al 1999 e che le hanno restituito l'originale splendore.
STRUTTURA La Cappella Portinari fa parte del complesso della Cappella Portinari. Esso sin innesta sulla parte sinistra del presbiterio e ha una struttura a croce latina. La parte lunga dell'asse di tale croce è formata da un largo corridoio comprendente due volte a crociera. Esso fa parte di ciò che resta del convento duecentesco. I due bracci della croce sono formati da due cappelle quattrocentesche di identica struttura perfettamente quadrate, precedute ognuna da una campata rettangolare con volta a crociera. A sinistra vi è la cappella di San Paolo, a destra quella di San Francesco (le cosiddette Cappelle Solariane). La parte corta dell'asse della croce è infine formato dalla Cappella Portinari vera e propria. Al complesso della Cappella Portinari si accede attraverso un lungo corridoio ottenuto a sinistra della basilica attraverso la chiusura con vetrate di uno dei lati dell'adiacente chiostro e passando attraverso la sagrestia, che funge anche da museo. Cappella di San Paolo (Fig. 2) Prima Cappella Crisolara e poi Cappella dell'Annunciata o Cappella Sacchi. Approssimativamente quadrata ha una volta formata da una cupoletta circolare. Essa venne costruita probabilmente nel 1441, per ospitare la sepoltura di Teodorina, figlia di Giovanni Crisolara e sposa dell'umanista Filelfo. L'attuale aspetto della cappella risale al 1620, quando la famiglia Sacchi ne divenne proprietaria e commissionò la decorazione ad affresco a Daniele Crespi, noto come "il Cerano". All'interno della cupoletta circondata da una ricca cornice in stucco egli dipinse "San Paolo rapito in cielo dagli angeli", sui pennacchi i Quattro Evangelisti, sulla parete sinistra la "Visitazione" e ai lati dell'altare "Davide e Abacuc". L'altare in marmo in marmi policromi ha una struttura architettonica, è decorato con ghirlande, teste di cherubino, vasi portafiamma. Nel frontone spezzato è contenuta una Madonna con Bambino forse ancora risalente al precedente allestimento della cappella. Purtroppo non è stato possibile trovare informazioni su di essa, ne' sulla pala d'altare. Da notare, nella parte alta della parete destra, la finestra circondata da una ricca cornice in stucco. Sulla parete sinistra della cappella è presente un affresco strappato databile intorno al 1450 e raffigurante una Madonna del Latte di pregiata fattura e attribuita al Maestro dei Giochi Borromeo. Esso faceva parte dell'allestimento originario della cappella. Cappella di San Francesco La cappella nasce come Cappella Arluno e venne costruita (o ristrutturata) nel 1461. Essa conserva ancora gran parte dei caratteri originari. E' stata anche per un certo periodo dedicata a San Giuseppe. Diversamente dalla precedente le pareti non presentano decorazioni particolari, se non un affresco sulla parete destra raffigurante Cristo che appare a San Domenico e un devoto e attribuito alla scuola di Anovelo da Imbonate. Essa è però dotata di ben quattro monofore, due sulle pareti laterali e due sulla parete di fondo, nella quale è presente anche un oculo, ed è perciò molto luminosa. Nella cappella sono presenti varie tele, in particolare un San Francesco di Ortensio Crespi e una Deposizione di Andrea Pellegrini. Cappella Portinari vera e propria La cappella si presenta come la somma di due volumi parallelepipedi a pianta quadrata. Quello maggiore è dotato agli angoli di contrafforti sormontati da edicole e sopra di esso si trova un tiburio a 16 lati dotati, alternativamente, di un oculo o di uno oculo cieco. Il tiburio sostiene un tetto conico provvisto un alto lanternino. Anche il volume minore è dotato di un tiburio, seppure più semplice nella struttura. Da notare che il volume principale si sviluppo soprattutto in altezza, con un'altezza interna pari a circa il doppio della larghezza. In ogni lunetta del corpo minore è poi presente un grande oculo. Nel complesso la Cappella Portinari risulta assai luminosa e la sensazione di luminostà è aumentato dalle semplici pareti bianche. All'interno il vano principale è diviso su tre livelli: - Le nude pareti bianche, scandite da paraste in pietra con capitello corinzio e da peducci in stile coi capitelli. - Il livello intermedio, separato dal primo da una spessa cornice in cotto dipinto che raffigura angioletti stilizzati e che prosegue anche nell'abside. Esso è costituito da quattro archi tondi e quattro pennacchi sferici con medaglioni all'interno. - il tamburo, con splendida decorazione in cotto dipinto raffigurante angeli musicanti sullo sfondo di un loggiato (Fig. 6) e la cupola a creste e vele divisa in 16 spicchi (soluzione ripresa poi anche nella Basilica di Santa Maria delle Grazie) e con decorazione arcobaleno a scaglie. Alla base degli spicchi della cupola si alternano otto oculi e otto tondi con busti di santi. Al centro delle due lunette laterali del vano centrale si aprono due grandi bifore ancora di forma gotica con ricca decorazione in cotto visibile solo dall'interno, profilo interno frastagliato e colonnina centrale a candelabro. L'ingresso alla cappella e quello all'abside sono sottolineati da una spessa doppia cornice in pietra e cotto con decorazioni a grottesche in rilievo. Da notare come nell'abside tutte le linee di contatto fra le varie superfici sono evidenziate da cornici in pietra. Da notare la cura stilistica riservata anche alle due porte di servizio ai lati dell'ingresso all'abside, dotate di cornice con lunetta a foggia di conchiglia. La decorazione ad affresco presente nella cappella è di grande pregio e si deve a Vincenzo Foppa. Sulla parete opposta all'ingresso è raffigurata l'Annunciazione, sopra all'ingresso è raffigurata l'Assunzione della Vergine, sulla parete sinistra il Miracolo del piede risanato e il Martirio di San Pietro Martire, sulla parete destra il Miracolo della nube e il Miracolo della falsa Madonna. Nei pennacchi si aprono prospetticamente quattro oculi entro cui sono visibili, seduti, i quattro padri della chiesa San Gregorio Magno, San Gerolamo, Sant'Ambrogio e Sant'Agostino. La scelta dei temi rispecchia la dedicazione della cappella a San Pietro Martire e l'importanza che il santo attribuita al culto mariano. Va segnalato sulla parete di fondo dell'abside un dipinto raffigurante San Pietro martire venerato da Pigello Portinari. Esso è attribuito a Benedetto Brembo ed è datato intorno al 1460. Arca di San Pietro Martire (Fig. 3) Essa è posizionata al centro del corpo centrale della cappella. Realizzata fra il 1336 e il 1339 essa rappresenta il capolavoro di Giovanni Balduccio da Pisa, che comunque la realizzò con l'aiuto della sua bottega, come il dimostra il fatto che la qualità artistica non è omogenea nelle varie parti che la compongono. L'arca fu commissionata dai frati domenicani per conservarvi in essa le spoglie mortali di San Pietro Martire. Una parte delle spese fu coperta personalmente da Azzone Visconti. L'arca marmorea è composta da un sarcofago in marmo di Carrara (Fig. 4) poggiante su otto pilastrini in marmo rosso di Verona. Addossati ad essi si trovano otto statue raffiguranti virtù (una in Fig. 5), mentre alla loro base sono raffigurati coppie di animali simbolici. I lati del sarcofago sono divisi in otto riquadri contenente ognuno un altorilievo raffigurante un episodio della vita del santo:
Lato anteriore: - Funerali del santo
- Canonizzazione del santo
- Miracolo della nave
Fianco sinistro: - Martirio del santo
Fianco destro: - Traslazione del corpo
Lato posteriore: - Miracolo del muto
- Miracolo della nube
- Guarigione dell'infermo e dell'epilettico
I riquadri sono intervallati da otto figure di santi (Sant'Eustorgio, i dottori della Chiesa, tre apostoli). Sopra al coperchio del sarcofago, sulle cui superfici sono raffigurati in altorilievo santi, prelati e principi, è posto un tabernacolo cuspidato con all'interno le statue della Madonna in trono con Bambino, San Domenico e San Pietro Martire. Intorno al coperchio di trovano infine statue di angeli, in origine dotate di ali, e due analoghe si trovano anche alla sommità del tabernacolo. Si pensa di poter riconoscere la mano del maestro nelle statue delle virtù e in varie fra le altre statue. Al contrario le storie raffigurate sui lati del sarcofago vengono attribuiti alla sua bottega, con una qualità artistica comunque alta, ma variabile da riquadro a riquadro.
La Cappella Portinari stupisce per la sua bellezza. Nei giorni più luminosi, le pareti bianche sembrano dissolversi e fanno sì che la cappella, dominata da colori pastello, sembri fluttuare nel vuoto. La colorazione a zone concentriche di colori diversi, cui è sovrapposto una disegno a scaglie, rende difficile la percezione della reale altezza della cupola, aumentando il senso di indifinetezza dello spazio interno. La Cappella Portinari rappresenta la prima e più importante testimonianza delle penetrazione delle idee fiorentine a Milano, con evidenti somiglianze stilistiche a livello di volumi e proporzioni con la Sagrestia Vecchia di San Lorenzo e la Cappella Pazzi a Firenze. Tali somiglianze con lo stile fiorentino furono esplicitamente richieste dal committente, che era di Firenze ed era molto legato alla sua città natale, anche per motivi professionali oltre che affettivi. Sono invece tipicamente lombardi altri elementi, come ad esempio il tiburio e le edicole.
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Categorie: Chiese / Edifici religiosi
Piazza Sant Eustorgio, 20122 Milano |
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