Caravaggio (Bergamo): Chiesa dei Santi Fermo e Rustico
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La chiesa parrocchiale dei santi Fermo e Rustico rappresenta il più importante edificio religioso interno al borgo di Caravaggio, ovvero non considerando il Santuario di Maria del Fonte, che in effetti si trova fuori dal paese.
STORIA I più antichi documenti in cui è citata la chiesa risalgono al 1196 e al 1218; è certo, tuttavia, che le sue origini siano anteriori, e che probabilmente un primo edificio sacro fu eretto contestualmente alla nascita stessa del paese, ancora prima dell'anno 1000.
Concepita in stile romanico, la chiesa è oggi caratterizzata esternamente da un aspetto tipicamente lombardo-gotico a causa delle trasformazioni cui fu sottoposta successivamente alla prima edificazione; un esempio di modifica intervenuta in epoca successiva è dato dal portale, in cui figura san Bernardino con l'aureola, e che quindi è sicuramente posteriore al 1450 (anno della sua canonizzazione).
Le navate laterali e l'alzata centrale furono aggiunte nel 1429, alterando l'originaria forma a capanna. Contestualmente vennero realizzate le cappelle laterali, le quali, nonostante numerose modifiche successive, presentano ancora (in particolare la terza a sinistra) numerosi elementi di epoca medievale. Fino all'inizio del XX secolo le cappelle ospitavano anche lunghe lapidi tombali intestate a illustri famiglie locali.
Nel 1500, un anno dopo l'inizio del decennio di dominazione veneziana su Caravaggio, ebbe inizio la costruzione dell'attuale campanile. I lavori andarono sempre avanti lentamente, tanto che nel 1710 si era arrivati al parapetto, mentre per il completamento definitivo si dovette aspettare addirittura fino al 1932, quando venne infine aggiunta l'edicola alla sommità sotto la direzione di Carlo Bedolini.
L'interno dell'edificio, inizialmente molto austero, fu poi fortemente trasformato in stile tardobarocco/neoclassico fra il 1777 ed il 1798 sotto la direzione del pittore scenografo piemontese Fabrizio Galliari, responsabile anche della ristrutturazione e dell'ampliamento del presbiterio e del coro. Un importante restauro avvenne nel 1932; nel 1990 fu operata una nuova opera di ripulitura della facciata.
STRUTTURA La chiesa si caratterizza in generale per le sue dimensioni notevoli. A farla apparire ancora più grande contribuisce la facciata, che è molto più alta del corpo vero e proprio della chiesa. Facciata E' interamente in mattoni a vista. Lateralmente è delimitata da due pilastri quadrati, mentre due altri pilastri interni, semicircolari nella parte più bassa e anche essi quadrati nella parte superiore, la dividono verticalmente in tre aree. Lo sviluppo verticale della facciata è sottolineato da cinque guglie ottagonali: quattro in corrispondenza dei quattro pilastri e una, sopra ad una base quadrata, al centro. L'imponenza della facciata è ingentilita da archetti pensili, da gallerie e finestre cieche e da sottili lesene. Gli ingressi sono tre: quello principale, posto al centro, e i due laterali. Tutti sono dotate di portale in pietra, quello centrale di epoca romanica, quelli laterali di epoca successiva. Quello centrale è costituito da più cornici inserite l'una dentro all'altra e decorato con bassorilievi di vari santi e profeti in tondi, le figure, sempre in rilievo, di San Francesco e San Bernardino. Nella lunetta vi è poi un affresco di Giovanni Moriggia raffigurante La Vergine con Bambino e i santi Fermo e Rustico. Sopra alle entrate sono poste tre finestre rotonde: un vero e proprio rosono, proprio al centro della facciata, sopra al portone principale e due oculi sopra quelli laterali. In alto al centro tre nicchie ospitano le statue della Vergine e dei santi Fermo e Rustico. Altre tre statue a medesimo soggetto, ma più piccole, si trovano alla base delle guglia centrale. Campanile Ancora più imponente della facciata è il campanile a base quadrata, la cui altezza raggiunge i 71 metri. Anche esso è completamente in mattoni a vista e comprende quattro piani con facce scandite verticalmente da lesene, più una solida base. I tre piani superiori sono decorati con motivi romboidali e monofore cieche. L'ultimo piano funge da torre campanaria. Sopra di esso corre una balaustra in pietra. Al centro dell'area da essa delimitata è posta un'edicola ottagonale con cupoletta. Interno La chiesa comprende tre navate, con quella centrale circa tre volte più larga di quelle laterali. Tutte e tre sono divise in cinque campate, cui corrisponde su ogni lato una cappella laterale. Fa eccezione l'ultima campata della navata laterale destra, cui corrisponde quello che potrebbe venire considerato il braccio destro di un transetto e che da su due cappelle. Le navate sono separate da archi sostenuti da pilastri cruciformi. Tutte le volte sono a crociera, con quelle della navata centrale dotate di lunette entro cui si trovano finestre mistilinee. Tutte le volte presentazione una decorazione con medesima struttura: stucchi dorati intorno alle finestre, sulla faccia inferiore degli archi e sui costoloni, al centro una cornice mistilinea contenente un'affresco realizzato da Federico e Carlo Ferrerio alla fine del diciottesimo secolo e raffigurante una scena biblica. Il tutto su un fondo verde blu omogeneo. Partendo dall'ingresso, si hanno:
Navata sinistra: - Agar e Ismaele nel deserto - Elia e l'Angelo - La verga di Aronne - Mosè al roveto ardente - Incontro di Giacobbe con Esaù Navata centrale: - Preparazione del tabernacolo - Davide versa l'acqua in libazione a Dio - Mosè discende dal Sinai con le tavole - Abramo e i tre angeli - Melchisedech offre i pani Navata destra: - I corvi recano il pane a Elia - Daniele e l'idolo Bel - Davide e Abigail - Davide compra l'aia di Ornan - Immolazione di Isacco
Cappelle La maggior parte ha la stessa struttura: pianta rettangolare, volta a botte e balaustra in marmo a delimitarla rispetto alla navata e finestra semicircolare nella parte alta della parete di fondo. Se non diversamente indicato la struttura della cappella è questa. Sempre partendo dall'entrata si hanno:
Sulla sinistra: Battistero: In effetti è una cappella normale, con al centro il fonte battesimale. E' dominata da una maestosa ancona barocca con struttura architettonica in legno verniciato e dorato. Al centro di essa, fra due coppie di colonne accompagnate da due angeli, una pala d'altare raffigurante il battesimo di Cristo e dipinta nel 1571 da Coriolano Malagavazzo della bottega di Bernardino Campi. Cappella di San Giuseppe: La pala d'altare è costituita da un'Adorazione dei Magi del 1529 di Nicola Moietta. Ai lati dell'altare due quadri raffiguranti San Cristoforo e Santa Caterina d'Alessandria. In effetti tutti e tre questi quadri, e anche la lunetta sopra alla pala d'altare, costituivano in origine un unico polittico. Alle pareti due tele più tarde raffiguranti lo Sposalizio della Vergine e la Morte di San Giuseppe. Sulla volta, infine, il Sogno di San Giuseppe, un Angelo, la Fuga in Egitto. Cappella dei santi Pietro e Andrea (Fig. 4): All'interno di una elegante ancona in marmi policromi è presente una Madonna col Bambino tra i santi Pietro e Andrea dipinta nel 1504 firmata da Cristoforo Ferrari de' Giuchis. Si tratta del dipinto più antico della chiesa. Sulle pareti laterali e sulla volta affreschi seicenteschi raffiguranti scene bibliche. Cappella della Deposizione: In questo caso la balaustra è in parte in marmo, in parte in ferro battuto. Ospita una pala d'altare con Cristo deposto di Francesco Prata, allievo del Romanino (prima metà del XVI secolo). Cappella di Sant'Ambrogio: Si trova a caponavata. E' più stretta di quelle laterali e la volta non è a botte, bensì a cupola lunettata. L'ancona in marmi policromi ospita come pala d'altare una Madonna col Bambino e i santi Ambrogio e Carlo. Viene anche detta Cappella delle Reliquie perché nel 1934 nelle pareti laterali vennero praticati i loculi per la reliquie, protette da cancelli in ferro battuto. Sulla destra: Cappella dei Santi Rocco e Sebastiano: L'altare è dotato di bel paliotto in legno intarsiato. In legno è anche la ricca ancona tardocinquecentesca avente struttura architettonica in cui due coppie di colonne scanalate e dotate di capitello corinzio sostengono un suntuoso doppio frontone spezzato alla cui sommità si trova una statua della Madonna. Fra le due coppie di colonne la pala d'altare seicentesca raffigurante la Madonna col Bambino e santi Francesco, Rocco e Sebastiano e attribuita al pittore locale Fermo Ghisoni. Ai lati dell'altare si trovano due tele seicentesche raffiguranti Santo Stefano e San Lorenzo e attribuite al caravaggino Giovanni Battista Secco, detto il Caravaggino. Le pareti laterali e la volta della cappella ospitano inoltre cinque storie della vita di San Rocco. Cappella di sant'Antonio di Padova: L'ancona dell'altare, posta sopra a due gradini con intarsi marmorei, ospita al centro fra due colonne con capitello corinzio una nicchia contenente una statua del santo. Gli originari stucchi decorativi che adornavano la volta furono rimossi nel 1923, quando il pittore Mario Albertella vi affrescò Ezzelino da Romano davanti a sant'Antonio, Sant'Antonio benedice con l'ostensorio, Gloria di sant'Antonio. Sulle pareti laterali due tele della fine del diciassettesimo secolo: Miracolo del piede riattaccato e Sant'Antonio resuscita un morto. Cappella della Beata Vergine del Rosario: Originariamente dedicata a san Giovanni evangelista, fu intitolata alla Madonna del Rosario solamente attorno al 1650. La statua lignea della Vergine nella nicchia centrale risale al 1937 ed è dello scultore Moroder. Tutte le tele presenti vengono attribuite ad Andrea Asper, la cui firma è però presente solo sui due quadri del 1655 ai lati dell'altare e raffiguranti San Gerolamo penitente e San Domenico e la Madonna. Cappella di San Bernardino, o del Suffragio: Presenta un altare con bel paliotto in scagliola. L'ancona è in pratica costituita da una grande cornice riccamente decorata al cui interno si trova una tela della prima metà del diciottesimo secolo di Francesco Bradella raffigurante San Bernardino e santa Maria del Suffragio. Ai lati si trovano due tele seicentesche, raffiguranti San Pietro Martire e Santa Caterina da Siena. Sulle pareti laterali due tele del medesimo periodo, raffiguranti Santa Teresa d'Avila e San Mauro. Cappella dell'Apparizione: E' collocata al termine del transetto laterale. E' più ampia delle altre, con pianta quadrata e illuminata da due finestre poste sui due lati. E' dedicata in effetti alla Madonna di Caravaggio, e fu costruita solo nel 1841. La pala d'altare dell'ancona bianca di gusto eclettico raffigura L'Apparizione della Madonna a Giannetta, di Giovanni Moriggia, risalente al 1844. La cupola semisferica è decorata con grottesche in stucco. Sui pennacchi sono raffigurati quattro angeli che recano invocazioni della "Salve Regina". Cappella del Santissimo Sacramento: Venne costruita probabilmente all'inizio del sedicesimo e rappresenta un piccolo gioiello del rinascimento. La cappella non comunica con la navata, ma con il transetto destro. Possiede una pianta ottagonale irregolare. Completamente in mattoni a vista, esternamente è strutturata su due ordine divisi da una trabeazione. Nell'ordine superiore si alternano lati lunghi dotati di un oculo vero e due oculi ciechi e sovrastati da un timpano triangolare e lati corti occupati da una grande nicchia vuota e sovrastati da un arco. Sopra al secondo ordine si innesta un tamburo circolare. Al centro del tetto, infine, una lanterna circolare. All'interno uno dei lati lunghi è occupato dall'ingresso, quello opposto da una piccola abside e le due rimanenti sono pareti affreascate. I lati corti sono occupati da nicchie contenenti statue dei dottori della Chiesa, Sant'Agostino, Sant'Ambrogio, San Gerolamo e San Gregorio, realizzate fra il 1532 e il 1577 da Orazio Samacchini. L'interno della cupola è decorata con una Gloria d'angeli realizzata nella prima metà del sedicesimo secolo da Nicola Moietta. Di Francesco Prata e di poco successivi sono i dodici apostoli che, subito sotto, si affacciano da un parapetto trompe l'oeil. Immediatamente sotto è presente una loggetta circolare che corre lungo l'intero perimetro della cappella. Vennero invece dipinti nel 1571 da Bernardino Campi con l'aiuto di Coriolano Malagavazzo e Vincenzo Moietta, figlio di Nicola, gli affreschi dei quattro Evangelisti dei pennacchi, la Lavanda dei piedi sulla parete di sinistra (Fig. grande), Gesù portato al sepolcro nella lunetta sopra ad essa, l'Ultima Cena sulla parete destra, l'Annunciazione nella lunetta corrispondente e Gesù e la Samaritana nella lunetta sopra all'ingresso. La pala d'altare raffigura Cristo risorto abbracciato alla croce di autore incerto. Le statue lignee ai lati dell'altare sono del diciannovesimo secolo, mentre i tre affreschi nel catino absidale sono di Giulio Cesare Procaccini e raffigurano la Trasfigurazione, il Sacrificio di Isacco e il Miracolo della Manna. Da notare, di fronte all'entrata della cappella, murato nella parete del transetto, il Sarcofago di Fermo Secco, morto nel 1401. Si tratta in effetti solo di una parte del sarcofago, che in origine poggiava su quattro colonne. Il bassorilievo raffigura la Vergine con Bambino tra Sant'Antonio Abate e San Marco che le affidano il defunto e la sua famiglia. Cappella di San Nicola o del Crocifisso: cappella caponavata destra. La pala d'altare raffigura Gesù e Santa Maria Margherita Aloque e venne realizzata da Mario Albertella nel 1923. Davanti ad essa un ricco crocifisso dorato settecentesco. Presbiterio e coro Ha struttura complessa, forse anche in virtù dell'ampliamento alla fine del diciottesimo secolo. Sopra al presbiterio si erge una cupola elissoidale all'interno di un blocco rettangolare con varie finestre. Quattro pareti del tamburo sono assenti, così da far filtrare la luce proveniente dalle finestre. Negli angoli dietro a tali pareti vuote sono poste quattro statue raffiguranti gli evangelisti. Ai lati del presbiterio sono due grandi balconate, la destra delle queli è occupata da un organo del 1841 collocato un un'elegante cassa lignea di fine Settecento in stile neoclassico. Il coro è assai profondo e comprende una parte rettangolare, sulla cui volta è affrescata, in una cornice elissoidale, la scena del Libro dei sette sigilli tratta dall'Apocalisse, e un abside poligonale. La parte inferiore delle pareti è occupata da un coro in legno massiccio su due linee. Alle pareti si trovano tre tele: sulla parete sinistra Miracolo dei santi Fermo e Rustico di autore incerto, sulla parete destra Martirio dei santi Fermo e Rustico (1827) di Giovanni Moriggia e sulla parete di fondo Vergine con Bambino e i santi Fermo e Rustico (1615) di Giulio Cesare Procaccini. La sagrestia ospita mobilio in legno massiccio di pregio, nonché tele di pregio.
Categorie: Luoghi di interesse storico di interesse artistico
Piazza Santi Fermo e Rustico, 6, 24043 Caravaggio BG |
Foto aggiuntive della Chiesa dei Santi Fermo e Rustico nella sezione Fotografia |