Bellusco (Monza e Brianza): Castello di Bellusco
|
Visualizza da visitare intorno a Milano: |
Il Castello di Bellusco rappresenta un esempio di architettura fortificata di epoca sforzesca in Brianza.
STORIA La data di costruzione della prima versione del castello è quasi sicuramente antecedente alla data, 1467, che si può leggere su una lapide inserita nel muro del torrione di ingresso sopra all'ingresso. Tale data sarebbe da interpretare non come data di fondazione quanto piuttosto come l'anno in cui vennero terminati importanti lavori di ammodernamento del castello. Il castello rimase in mano alla casata dei Da Corte, di Bellusco ma con forti collegamenti con Milano e la corte ducale, fino al 1529. In quell'anno Francesca da Corte, vedova di Ludovico da Corte, sposò Giulio Cesare Carcano, facoltoso nobile milanese che ricevette in dote il castello e le annesse proprietà fondiarie. La famiglia Carcano rimase proprietaria del castello fino all'inizio del diciannovesimo secolo, salvo una breve parentesi di pochi mesi, quando per motivi di debiti il castello finì nelle mani di Francesco e Giulio Vimercati, periodo durante il quale il castello venne spogliato di molti beni. Nel 1631 il castello fu sottoposto all'assedio da parte di duecento soldati spagnoli a servizio del governatore di Milano Gomez Suarez, duca de Feria. Il vano assalto al castello, protetto da alte mura e cinto dal fossato, si concluse col saccheggio del borgo e la devastazione della chiesa di San Martino. Nel 1817 la proprietà venne suddivisa fra sei differenti proprietari, poi ridotti a tre. Nel 1836 il marchese Gaetano Perego di Cremnago, uno dei proprietari, trasformò la sua parte in azienda rurale, con conseguente suddivisione del grande salone dell'ala nord in quattro locali separati, mentre altre parti furono adibite ad alloggio per i contadini. In quell'anno venne anche riempito il fossato su tutti i lati salvo quello orientale, in parte ancora visibile nei primi anni del ventesimo secolo. Fino alle fine del diciannovesimo secolo il castello fu per una parte azienda agricola, per un'altra casa di villeggiatura e per una terza dimora privata. Con il passaggio al ventesimo secolo il castello divenne adibito per intero ad alloggio per contadini. Ciò portò allo stravolgimento della sua struttura e alla perdita di molte vestigia del passato, con vari locali adibiti a magazzini, granai e simili. Nel 1928 il castello venne finalmente vincolato, così da poter essere posto sotto tutela. Verso la fine del ventesimo secolo l'intera struttura è stata acquistata dal Comune, che ne ha avviato un progressivo recupero.
STRUTTURA Il castello possiede una planimetria rettangolare, con il lato meridionale però non parallelo a quello settentrionale, bensì ruotato di circa 15° in senso antiorario. E anche i lati occidentale e orientale non sono esattamente paralleli. L'aspetto attuale del castello dipende fortemente dalle modiche e dai rimaneggiamenti attuati nel diciannovesimo e primo ventesimo secolo. La struttura complessiva, come pure vari singoli elementi, sono però ancora oggi di epoca sforzesca. In particolare, sono ancora di epoca sforzesca l'avancorpo centrale, con ancora le tracce dell'antico ponte levatoio, la torre angolare sudovest, la merlatura ghibellina sul fronte principale (quello meridionale), il porticato (murato) con archi a sesto acuto. In origine il castello era dotato un ingresso secondario che dava verso un giardino non più esistente e di un profondo fossato, pieno d'acqua fino al 1727. La parte meglio conservata del castello è l'avancorpo centrale rettangolare alla base del quale si trova l'ingresso. Sopra a quest'ultimo sono ancora presenti le due feritoie verticali attraverso cui passavano e catene che alzavano il ponte levatoio. Esattamente al centro fra le feritoie è presente una una lapide marmorea scolpita, con lo stemma della casata Da Corte inquadrato tra le lettere "M" e "A". La struttura dello stemma è assai complessa: vi è una pergamena su cui sono raffigurate tre colline con un ramo di olivo sulla punta di ognuna. Sopra alla pergamena si trova un elmo medievale sul quale a sua volta poggia un braccio racchiuso in un armatura. Ad arricchire il tutto tre ghirlande di foglie arricciate. Sotto, infine, un'epigrafe che recita: "Laude a dio martini da conte ma facto/ Non a offension di persona alcuna/ Solo a riparo de ogni suo disfacto/ 1467". All'interno, sulla controfacciata è poi ancora presente la scala che portava ai camminamenti (Fig.2). Guardando dall'interno si può vedere come le modifiche apportate nel corso dei secoli hanno reso la struttura assai complessa.
Anche la torre di sudovest è molto vicina alla versione originale, anche se già in epoca antica essa subì un rialzo (chiaramente riconoscibile anche dall'esterno per via del colore leggermente diverso dei mattoni della parte più alta). A pianta quadrata, alla sua base è presente un locale con volta a botte e finestra dotate di inferriate. La parte superiore era raggiungibile solo attraverso impalcature esterne effimere, così da essere più facilmente isolabile.
Nell'angolo nord est si accede alla cantina. Essa si estende sotto l'intero corpo settentrionale del castello ed è dotata di una copertura a botte in mattoni.
Lo spazio interno meglio conservato del castello, e anche quello maggiormente decorato, è rappresentato dalla cosiddetta Sala della Fama (Fig. grande e Fig. 4). Essa si trova in corrispondenza dell'angolo nord ovest dell'edificio e possiede una pianta rettangolare. Il soffitto e la parte superiore delle pareti sono decorate con affreschi realizzati in due epoche diverse. Sulle pareti sono presenti stemmi nobiliari raffigurati all'interno di corone di alloro tenute insieme da lunghi cordoncini. Tale ciclo di affreschi venne realizzato verosimilmente negli ultimi anni del quindicesimo secolo. Sul soffitto, invece, una fantasiosa decorazione a grottesche ingabbiate all'interno di aree geometriche triangolari e rettangolari, queste ultime separate poi l'una dall'altra da bande variopinte in stile finto marmo e sottili ghirlande di foglie. Queste decorazioni, tipicamente rinascimentali, si pensa vennero realizzate nel terzo decennio del sedicesimo secolo. Al centro del soffitto (Fig. 4) si trova una raffigurazione allegorica della fama (da cui il nome della sala), rappresentata sotto forma di figura femminile alata dotata di tuba e libro, suoi attributi iconografici tradizionali.
Categorie: Luoghi di interesse storico di interesse artistico
20882 Bellusco MB |
Foto aggiuntive della Castello di Bellusco nella sezione Fotografia |