Vimercate (Monza e Brianza): Santuario della Beata Vergine del Rosario
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Il Santuario della Beata Vergine del Rosario presenta, all'interno di un involucro esterno di impronta novecentesca, ricchi interni barocchi impreziositi da elementi tardomanieristici.
STORIA L'edificio attuale venne edificato fra il 1622 e il 1644. La storia del sito è però molto più antica. La prima citazione di una Chiesa di Santa Maria in tale posizione risali infatti addirittura al 1063. Tale prima versione della chiesa comprendeva un'unica navata, lunga circa la metà di quella attuale e posizionata più o meno al centro dell'edificio attuale. Nel 1272 venne consacrata la seconda versione della chiesa. In stile romanico, più ampia e dotata di tre navate, essa corrispondeva più o meno alle tre navate della chiesa attuale. Di essa sono vennero mantenuti alcuni pilastri, ancora oggi riconoscibili, come pure sono ancora visibili i resti del battistero, all'inizio della navata sinistra. Già alla fine del sedicesimo secolo tale seconda chiesa era in cattivo stato, tanto che si decise di rimpiazzarla con un nuovo edifico, quello attuale. La costruzione della nuova chiesa vide l'intervento dei maggiori architetti attivi a Milano nel Seicento: Fabio Mangone e Francesco Maria Richino. Nel 1688 venne demolito l'alto campanile e venne sostituito da uno nuovo terminato nel 1700. Le cinque campane attualmente presenti vennero però messe in sede solamente nel 1776. Ad opera di Francesco Croce venne realizzata negli anni 1770-73 la sacrestia ottagonale, purtroppo abbattuta all'inizio del Novecento. Agli inizi del ventesimo secolo, infatti, su suggerimento del Cardinale di Milano Ferrari che riteneva insufficiente la capienza della chiesa, venne deciso di ampliarla. Ciò avvenne attraverso l'aggiunta del transetto e la modifica dell'abside al fine di permettere l'arretramento dell'altare. Alla fine del ventesimo secolo la chiesa ha goduto di importanti lavori di restauro.
STRUTTURA L'esterno della chiesa è piuttosto complesso, probabilmente in seguito alle aggiunte e agli ampliamenti nel corso dei secoli. Si hanno quindi, tutte diverse, la larghezza della facciata, poi la larghezza del corpo principale comprendente le tre navate, poi quella del transetto, che però, a sua volta, ha la parte centrale che su ogni lato sporge un po'. E poi vi è la larghezza dell'ampio abside. Quest'ultimo è, dal canto suo, affiancato su ogni lato da due volumi più bassi e più stretti che si trovano dove si troverebbero gli absidi laterali, ma che non lo sono, dato che, all'interno, non fanno corpo unico con le navate laterali. La parte posteriore della chiesa appare in effetti come una seconda facciata, con, nella parte alta del corpo centrale, due nicchie con le statue di Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena, poste in sede solamente nel 1941. La facciata principale è sicuramente meglio riuscita di quella posteriore. Essa è caratterizzata dalle decorazioni a graffiti monocromatici, tipiche dei primi anni del ventesimo secolo. Porte e finestre sono arricchite da cornici e frontoni. Su tutto domine il grande frontone triangolare sporgente posto all'apice. Esso è così profondo che nelle foto aeree si nota che esso superiormente è ricoperto da un vero e proprio tetto di tegole. Le due grandi statue di angeli poste agli angoli destro e sinistro donano un tocco rinascimentale alla chiesa. Esse furono scolpite da Egidio Caldana di Vicenza e vennero poste in sede nel 1928.
L'interno della chiesa comprende tre navate, separate da pilastri a sezione a rettangolare. Sulle facce che guardano verso la navata centrale e verso il transetto il pilastro sale fino all'attaccatura del soffitto, col quale e' raccordato da un capitello corinzio. Sugli altri lati un cornicione in posizione più bassa delimita la congiunzione con l'arco. Tutte le facce presentano decorazioni a finto marmo entro cornici di stucco. La chiesa possiede una copertura a botte lunettata e separata dalle parti verticali da una spessa trabeazione. I soffitti sono decorati con con finti stucchi in corrispondenza delle linee di giunzione fra le varie superfici. Intorno alle finestre poste nelle lunette sono presenti in più anche elementi vegetali e, nella navata centrale, un putto su ogni lato di ogni finestra. Nelle finestre delle pareti di fondo del transetto le finestre sono affiancate da figure di profeti. All'incrocio fra transetto e navata centrale è presente una cupola elissoidale (Fig. 3) che ospita un grande affresco dell'assunzione di Maria. La Vergine è rappresentata mentre sale al cielo accompagnata da una schiera di angeli e con una aureola di teste di cherubini. Sul bordo una balaustra trompe l'oeil a suggerire che la cupola sia aperta sul cielo. Sui pennacchi sono rappresentati i quattro evangelisti. Tali decorazioni (come anche le grandi scene con episodi biblici dipinti sulle pareti di fondo dei bracci del transetto) sono tutte dei primi anni del ventesimo secolo e determinano l'impronta generale della chiesa. Il barocco è invece presente a livello di singoli elementi interni della chiesa, in particolare dell'altare maggiore, di alcune delle cappelle laterali (tre per lato) e del complesso dell'organo. Gli elementi barocchi e quelli di inizio 900 sono comunque molto ben amalgamati, dato che il gusto dei primi del ventesimo secoli si rifaceva, sotto vari aspetti, al barocco (vedasi per esempio la balaustra trompe l'oeil )
Due sono le cappelle più importanti. Cappella del Salvatore (Figura grande): Si tratta della prima cappella di sinistra. Le sue superfici interne sono completamente decorate con stucchi, affreschi e dipinti aventi per tema il sacrificio e realizzati fra il 1647 e il 1650. Gli stucchi in stile tardomanierista si devono a Michel Angelo de Prevosti, mentre affreschi e tele vennero dipinti dal Nuvolone e dalla sua bottega. L'intero apparato decorativo si sviluppa intorno all'affresco al centro, del 1514, raffigurante il Salvatore, in origine posto in controfacciata e attualmente ospitato da una ricca ancona in marmo policromo. Esso rappresenta Cristo con la corona di spine in testa che mostra la sua ferita sul costato. Lo sfondo è rappresentata da un'architettura con forte effetto prospettico. Ai lati dell'altare sono affrescati i profeti Isaia (a sinistra) e Geremia (a destra) sormontati da angeli che volano in un cielo azzurro. Sulla volta altri angeli che reggono i emblemi della passione: la scala, la croce, la colonna. Altri angeli sull'introdosso dell'arco di ingresso mostrano invece gli strumenti della passione. Sulle pareti laterali sono presenti poi, entro cornici di stucco, quattro tele di Carlo Francesco Nuvolone, figura principale della bottega: Il Sacrificio di Isacco (la tela di maggior pregio), Giuseppe venduto dai fratelli, Giona rigettato dalla balena e L'erezione del serpente di bronzo. Da notare anche la mensa in scagliola. Cappella di Santa Caterina (Fig. 4): Essa rappresenta l'altra cappella di grande valore artistico della chiesa e si trova proprio di fronte alla precedente (è cioè la prima a destra). Al centro si trova la pala d'altare, opera di Lattanzio Gambara del 1565, dedicata allo Sposalizio mistico di Santa Caterina con San Giuseppe e San Francesco. La tela è caratterizzata da figure morbide e delicate, ma allo stesso tempo non statiche, con l'illuminazione della scena ad enfatizzare queste caratteristiche. La tela si trova all'interno di una ricca ancona in marmi policromi sovrastata da un frontone a ellisse spezzato. Le pareti e la volta sono completamente occupati da sfarzosi stucchi barocchi realizzati nel 1672. Inframmezzati alle decorazioni in stucco vi piccoli affreschi raffiguranti le virtù cardinali e teologali nonché vari putti. Sulle pareti laterali, infine, due tele realizzate nel 1673 da Francesco Innocenzo Torriani e nelle quali sono rappresentate Santa Lucia e Santa Apollonia.
Le altre cappelle sono meno ricche di contenuti artistici. A sinistra si riconoscono una cappella del Sacro Cuore (seconda cappella sinistra) e una del Crocifisso (terza cappella di sinistra). La terza cappella di destra è dedicata ai Magi (Fig. 5). Come decorazioni assomiglia per stile alla Cappella di Santa Caterina, per quanto meno ricca. Conserva una pala d'altare seicentesca e un paliotto in scagliola (1757) di Lorenzo Retti. Sulla parete destra una tela con San Carlo.
La zona dell'ingresso principale è dominata dal grande complesso dell'organo e della cantoria (Fig. 7), integrato nelle linee con la sottostante bussola in legno di noce. Bussola e cantoria sono in stile rococò e vennero realizzati intorno al 1760. La seconda è opera di Giuseppe Missaglia. L'organo, invece, non è più quello originale, ma venne sostituito con uno nuovo nel 1851, costruito dai fratelli Prestinari.
L'attenzione del visitatore che accede alla chiesa attraverso l'ingresso principale viene comunque focalizzata dalla parte opposta, ovvero dal grande altare maggiore in marmi policromi sovrastato dalla miracolosa statua della Vergine. La tradizione vuole infatti che durante una processione per chiedere la fine della peste del 1630 la statua prese vita, mosse un braccio di lì a poco la peste scomparve. Si tratta di una statua "vestita", ovvero composta solo da mani e volto e per il resto costituita solamente dai vestiti. Essa venne realizzata nel 1609 da un ignoto scultore. Attualmente si trova all'interno di una teca sopra all'altare. L'altare maggiore venne realizzato tra il 1677 e il 1686 appunto per custodire la preziosa. La scenografica struttura architettonica a tempio fu progettata da Serafino Tencalla; poggia su colonne tortili di ordine ionico composito che reggono il timpano curvato e spezzato, sormontato da una balaustra con vasi fioriti marmorei. Il tabernacolo è coronato dalla cupoletta, sulla quale è posto un piccolo dipinto ad olio raffigurante l'Incoronazione della Vergine, opera della cerchia di Giuseppe Nuvolone. Ai lati del tempietto due angeli in marmo di Carrara realizzati nel 1732. Da notare anche le due teste di cherubino ai lati della base e il paliotto del 1662 in argento lavorato a sbalzo, posto sul lato della base rivolto verso la navata e opera del prete Benedetto Millione.
Alle spalle dell'altare si trova il coro del diciottesimo secolo in legno di noce intagliato e comprendente due file di stalli. Ogni stallo della fila posteriore è decorato all'apice con una conchiglia in legno intagliato. Nel caso dello stallo centrale la conchiglia è accompagnata da due putti seduti a fianco ad essa. Sul soffitto del coro sono rappresentati San Sebastiano, Santa Giovanna e San Tarcisio, con fra di essi la colomba dello spirito santo.
La sagrestia nuova (Fig. 10), edificata agli inizi del ventesimo secolo, conserva gli armadi originali del 1770 disegnati da Francesco Croce. In essa è inoltre conservata una grande quadro raffigurante la flagellazione, attribuito alla scuola fiamminga da alcuni, a Giulio Campi da altri (Guida d'Italia - Lombardia).
Bello, infine, il pulpito in legno intagliato, verniciato e dorato, di forma elissoidale e dotato di baldacchino (Fig. 6).
Vedere anche: Il Santuario della Madonna del Rosario su IQT Il Quinto Talento Santuario della Madonna del Rosario sul sito del Museo del Territorio Vimercatese
Categorie: Luoghi di interesse storico di interesse artistico
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Foto aggiuntive della Santuario della Beata Vergine del Rosario nella sezione Fotografia |