Vimercate (Monza e Brianza): Chiesa di Santo Stefano
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La Chiesa Collegiata di Santo Stefano si trova nel centro di Vimercate.
STORIA Le origini della chiesa sono molto antiche, tanto che di essa si parla già in documenti dell'ottavo secolo. L'edificio attuale è però più recente, essendo esso stato costruito nel decimo secolo per quanto riguarda la parte anteriore. Gli absidi e la cripta sono invece frutto di un ampliamento di poco successivo. Nel dodicesimo secolo venne poi aggiunto il possente campanile, inserito nel lato destro della facciata. Tra i secoli quattordicesimo e quindicesimo la chiesa venne curiosamente trasformata in una struttura fortificata , con il rialzo della parte superiore e la realizzazione di un locale fortificato. Nella seconda metà del sedicesimo secolo vennero riedificati il catino absidale (con la realizzazione degli affreschi attualmente visibili) e la facciata. Agli inizi del diciannovesimo secolo, sotto la supervisione di Leopoldo Pollack, vennero consolidate le mure, realizzati l'altare e il pulpito attuali. Più tardi, verso la metà dello stesso secolo, vennero poi aggiunte vari affreschi e decorazioni in stile neoclassico nella navata. Nel corso del ventesimo secolo si sono infine succedute numerose campagne di restauro.
STRUTTURA La facciata si presenta nelle semplici forme classicheggianti derivanti dagli interventi cinquecenteschi. Essa è molto semplice e sostanzialmente divisa in tre parti: la parte sinistra, in mattoni a vista (da notare che essa si presenta nella parte superiore come un muro verticale isolato, dato che il suo limite superiore non segue l'andamento spiovente del tetto della navata sinistra, ma è orizzontale), la parte destra, che corrisponde alla parte inferiore del campanile, e la parte centrale, delimitata ai lati da due paraste. Orizzontalmente, è poi presente un cornicione che taglia la parte centrale a circa tre quarti della sua altezza. In posizione centrale trova in basso il portale dotato di piccolo pronao decorato sorretto da due colonne. Appena sotto al cornicione è poi presente una serliana le cui tre aperture sono separate da due doppie colonnine. Infine, subito sopra al cornicione si trova una nicchia con le copie delle tre statue trecentesche raffiguranti la Madonna con Bambino, Santo Stefano e un altro santo guerriero. Gli originali sono ora conservati nel Museo del Territorio Vimercatese. Il campanile romanico presenta, inserite alla sua base, lapidi e sarcofagi di epoca romana. La sua struttura e in gran part in pietra, salvo la parte più alta in cui sono inserite le campane, che è in mattoni. La divisione nei vari piani è sottolineata da archetti pensili. All'apice, al centro del tetto, è presente una lanterna ottagonale con cuspide appuntita. I tre absidi sono di dimensioni molto diverse. Quello centrale, a pianta semicircolare e decorato esternamente con lesene che però non arrivano fino al tetto, ma solo fino ad una cornice di archetti pensili a circa tre quarti dell'altezza delle pareti, è molto più grande di quelli laterali. Questi ultimi, diversi l'uno dall'altro, sono stati profondamente rimaneggiati durante i secoli. L'interno è a tre navate separate da spessi pilastri. Quella centrale è molto più ampia di quelle laterali e coperta da una volta a botte lunettata decorata in stile neoclassico con rosoni stilizzati, stemmi vescovili, simboli della fede e, nelle lunette, monocromi di busti di santi. Fra gli archi dei pilastri e l'attaccatura della volta sono rappresentati, all'interno di cornici di gusto neoclassico, dieci episodi dei Martirii degli Apostoli, dipinti da Giovanni Chiarini nel 1841, intervallati da riquadri più piccoli con decorazioni vegetali monocrome. Nella prima campata sinistra è posto l'antico fonte battesimale, in origine sormontato da una statua di San Giovanni Battista della metà del quattordicesimo secolo. Anche tale statua si trova ora al Museo del Territorio Vimercatese. In controfacciata, sopra al portone, si nota la dedica a Santo Stefano. Ai lati di essa due angeli, pure essi di Giovanni Chiarini. Nella navata degno di nota è poi il pulpito, con cassa e baldacchino ellittici. Disegnato da Leopoldo Pollack, è decorato con tre panelli a sfondo oro raffiguranti tre scene evangeliche: la Pesca Miracolosa, la Samaritana al pozzo e la Tentazione di Cristo. I tre absidi sono molto diversi l'uno dall'altro. Quello di sinistra è il più piccolo e in pratica non è altro che una cappella dedicata a San Carlo, raffigurato nella pala d'altare. Si nota comunque il bell'altare in scagliola. L'abside di destra, già Cappella di Sant'Ambrogio, è attualmente adibito a sagrestia. Nel 1988 sono tornati alla luce gli affreschi trecenteschi del soffitto e della zona intorno alla finestra (Fig. 3). Sul soffitto sono raffigurati i Quattro dottori della Chiesa con al centro l'agnello mistico. Lo scudo raffigurante un grifone in campo rossoblu è lo stemma della famiglia Ghisolfi, committente degli affreschi e importante famiglia locale nei secoli XIII e XIV. Intorno alla finestra si trovano invece solo alcuni resti degli affreschi originariamente presenti, fra i quali spicca però, immediatamente sopra alla finestra, la rappresentazione di un labirinto. Sulla parete di fondo, invece, affreschi del 1530, raffiguranti un Compianto e una Resurrezione fra due angeli dolenti, forse frammenti di una composizione più ampia. L'abside centrale è caratterizzato dal grande affresco realizzato nel 1566 dal bresciano Lattanzio Gambara. L'affresco, che si estende su tutta la parete di fondo (avvolgendo anche le due finestre, che anzi hanno la funzione di delimitare le scene) e su tutto il catino absidale raffigura le Storie della Passione di Santo Stefano in accordo con la narrazione presente negli Atti degli Apostoli. Nella prima scena, a sinistra della finestra sinistra, la Disputa di Santo Stefano, ovvero il santo che discute con i membri del sinedrio. Al centro la scena principale, ovvero quella della Lapidazione di Santo Stefano, con il santo, circondato dai suoi carnefici sullo sfondo di un paesaggio ventoso e irrequieto, che rivolge il suo sguardo sereno al cielo. Sullo sfondo una raffigurazione ideale di Gerusalemme. A destra della finestra destra, poi la Sepoltura del Santo. Superiormente, ad occupare l'intero catino absidale, una maestosa Gloria celeste, con al centro Dio Padre affiancato alla sua destra da Cristo e alla sua sinistra dalla Madonna Incoronata e tutto intorno ai tre una schiera di angeli in volo fra nubi tempestose. I tre angeli sotto ai tre personaggi principali reggono ognuno un lungo cartiglio. Altri due angeli stanno poi scendendo in volo verso Santo Stefano per portargli la corona e la palma del martirio. Da notare come anche le finestre sono riccamente decorate, con monocrome di elementi vegetali, animali e puttini. Proprio fra tali decorazioni è riportata la data di esecuzione dell'affresco. L'altare maggiore, realizzato nel 1807 su disegno anche esso di Leopoldo Pollack rappresenta un gioiello di neoclassicismo. Realizzato in marmi policromi esso è sovrastato da un tempietto circolare costituito da otto colonne in marmo bianco su cui poggia, al di sopra di una spessa trabeazione, una cupola aperta, sovrastata a sua volta da una lanterna aperta, decorata con ghirlande e teste di cherubino dorate, e con all'apice una statua di Cristo. Sfortunatamente tale tempietto risulta in effetti sovradimensionato, tanto da impedire la visuale sull'affresco sul fondo. Notevole poi anche il coro in legno di noce sul fondo. Esso venne realizzato nel 1564 da Enrico Dei Galli. Gli stalli dell'ordine maggiore sono scanditi da colonne corinzie. L'ordine minore comprende invece quattro panche.
In corrispondenza della congiunzione fra navata centrale e presbiterio si trovano poi due balconate, quella di sinistra occupata dall'organo e quella di destra avente funzione di cantoria. L'organo è del 1841. Esso venne realizzato da Giuseppe Vergani ispirandosi a modelli rinascimentali cinquecenteschi. Le canne, perciò, si trovano inserite in una grande ancona in legno intagliato e dorato, con due colonne ai lati e davanti ad una finta abside con volta a cassettoni. Sulle pareti laterali del presbiterio, addossati alle balconate, due grandi riquadri con affreschi di Giovanni Chiarini raffiguranti i martirii dei Santi Pietro (Fig. 5) e Paolo.
Sotto al presbiterio si trova infine la cripta (Fig. 4). Le sue dimensioni coincidono con quelle del presbiterio e ad essa di accede attraverso una scala che parte dalla sagrestia. Essa è divisa in tre navatelle con volte a crociera separate da colonnine riciclate (sono tutte leggermente diverse l'una dall'altra). Le decorazioni delle volte con stucchi e affreschi sono del diciassettesimo secolo. Durante i recenti restauri del 2002 sono tornati alla luce vari affreschi devozionali. Fra di essi, in particolare, una Veronica fra San Cristoforo e un santo cavaliere, del 1520 ca. Si pensa che in origine la cripta venisse illuminata da finestre ora scomparse sotto al piano stradale. Ciò significherebbe che la chiesa ha subito un processo di interramento parziale di circa un metro e mezzo.
Vedere anche: Vimercate (Mb), l’antica Vicus Mercati LA CHIESA DI SANTO STEFANO: storia ed arte
Categorie: Luoghi di interesse storico di interesse artistico
Piazza Santo Stefano, 10, 20871 Vimercate MB |
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