Candelo (Biella)- Candelo
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Lista delle cose da visitare nel Biellese: |
CENNI STORICI I primi documenti in cui viene citato Candelo risalgono alla fine del decimo secolo. E' infatti del 988 un diploma attraverso cui l'imperatore Ottone III conferma a Manfredi di Susa il possesso di certe terre, fra cui anche "Canerium". Le origini del sito sarebbero però molto più antiche, se il nome, come sembra, deriva da termini liguri-celtici significanti "insediamento su un'altura nei pressi di un corso d'acqua". Nel 1170 Ottone di Biandrate cedette Candelo (o meglio un castello oggi non più esistente) al Comune di Vercelli. La dominazione di Vercelli fu malsopportata, specie a partire dal 1384, anno in cui divenne vescovo di Vercelli Giovanni Fieschi, che si dimostrò particolarmente duro nei confronti della popolazione del biellese. Nel 1374 (1377 secondo alcune fonti) Candelo riuscì ad affrancarsi da Vercelli passando sotto ai Savoia, ottenendo fra l'altro il privilegio di potersi amministrare autonomamente come comunità, ovvero diventando uno dei primi comuni del Piemonte. Nel 1450 il duca Luovico di Savoia concedette a Candelo gli statuti già in vigore a Santhià e che regolavano il diritto amministrativo, quello penale e quello civile. Erano compresi vari privilegi, fra cui il divieto per i forestieri di possedere beni immobili a Candelo (divieto che curiosamente sarebbe rimasto in vigore fino alla prima metà del diciannovesimo secolo) e la possibilità di tenere un mercato settimanale il sabato, consuetudine arrivata fino all'epoca contemporanea. Nel 1489 Candelo divenne possedimento di Sebastiano Ferrero, ministro delle finanze di Ludovico il Moro. Passò poi in eredità alla famiglia di quest’ultimo, i Ferrero-Fieschi, principi di Masserano. A metà del sedicesimo secolo Candelo venne coinvolta nella lotta fra Francia e Spagna per il predominio nel nord Italia, tanto che il ricetto venne semidistrutto dagli spagnoli per scacciarne le truppe francesi che si erano rifugiate in esso. A compensazione il duca Filiberto di Savoia concedette nel 1561 di poter tenere ogni anno una fiera in Ottobre, consuetudine che si sarebbe mantenuta fino agli '60 del secolo scorso. Nel 1577 Candelo venne eretto a contea. Tra il 1644 al 1649, Candelo subì nuove occupazioni spagnole che provocarono incendi e distruzioni, fra cui anche l'incendio degli archivi comunali. Napoleone volle far erigere il nuovo palazzo comunale del paese a cavallo del tratto di muro diroccato. Egli inoltre dispose l’abbattimento delle case prospicienti per creare la piazza attuale. Col ritorno dei Savoia e la restaurazione tornarono in vigore i vecchi statuti comunali e ritornò, per breve tempo, anche la norma che impediva ai forestieri di possedere beni immobili a Candelo, pena la confisca a favore del regio erario.
COSA VEDERE Pur essendo una cittadina di 7400 abitanti, Candelo è ricca di attrazioni turistiche, tanto che un giorno potrebbe non bastare per vedere tutto.
- Ricetto (Foto in evidenza): Il ricetto rappresenta senza dubbio l'attrazione più famosa di Candelo e la sua importanza storica trascende il livello locale. Col termine ricetto si intende una parte fortificata di un borgo, utilizzata come rifugio in caso di guerra e come sede di magazzini protetti in tempo di pace. In Piemonte di vi sono numerosi borghi in cui è ancora riconoscibile un antico ricetto, ma quello di Candelo è quello in assoluto meglio conservato.
Il ricetto di Candelo venne costruito nel tredicesimo secolo e ha in gran parte conservato la sua struttura originaria. Copre un'area di ca. 100x100m, è completamente cinto da mura (salvo la parte che andò distrutta e, come detto, sostituita dal palazzo comunale) e al suo interno è occupato da un gran numero di casette di struttura quasi identica (salvo poche singole eccezioni). Tutte le parti del ricetto, salvo le aggiunte più recenti, sono costruite con materiali poveri: ciottoli di fiume, pietre squadrate in modo grezzo, mattoni. Cionondimeno le varie strutture denotano una certa ricercatezza stilistica. Attualmente il ricetto ospita numerose botteghe, enoteche e ristoranti. Ricetto di Candelo in maggior dettaglio - Chiesa di Santa Maria Maggiore (Fig. 2): La Chiesa di Santa Maria Maggiore è la più antica delle chiese di Candelo e anche la più particolare.
Eretta già prima dell'anno 1000, essa subì molte modifiche nel corso dei secoli. I suo campanile dalla cuspide molto appuntita è visibile da km di distanza lungo la strada da Castellengo. Nel corso dei secoli l'interno della chiesa ha subito numerose modifiche, così che l'originaria struttura romanica, ancora riconoscibile nelle colonne che sorreggono le arcate interne e in alcuni affreschi quattrocenteschi rimasti, è mascherata da decorazioni neoclassiche sulle superfici interne e da cappelle di varie epoche. Nel complesso l'interno ha una struttura tale da confondere il visitatore e far apparire la chiesa più grande di quello che è. Tale effetto è dovuto in particolare alla cappella di Santa Marta e del Santissimo Sudario, la seconda di destra, la cui superficie è in effetti confrontabile con quella delle navate. Chiesa di Santa Maria Maggiore in maggior dettaglio
- Chiesa di San Lorenzo (Fig. 3): La Chiesa di San Lorenzo venne eretta fra il 1675 e il 1696. L'esterno è barocco, all'interno, ad aula uunica, predominano invece decorazioni di gusto già neoclassico. La chiesa è dotata di swi cappelle laterali, tre per lato, in stile barocco.
Di particolare pregio la ricca ancona in legno dipinto e dorato, in origine parte dell'altare maggiore della chiesa precedente e attualmente posto sulla parete di fondo su una base pensile. Entro una grande struttura architettonica è rappresentato il martirio di San Lorenzo, sia mediante bassorilievi sia mediante pitture sulle pareti del salone in bassorilievo (si noti il soffitto con volta a cassettoni). Chiesa di San Lorenzo in maggior dettaglio - Chiesa di San Pietro (in Fig. 5 la parte superiore del suo campanile): La Chiesa di San Pietro ha origini molto antiche, risultando citata per la prima volta in un documento del 1222. Nel 1300 venne eretta a parrocchia.
Fino al 1679 la chiesa era di modeste dimensioni. In quell'anno una forte nevicata la danneggiò gravemente e i lavori che ne seguirono portarono ad un significativo ampliamento dell'edificio. La volta del coro venne decorata nel 1757 e nello stesso anno venne anche costruita la sagrestia. Verso il 1833 la chiesa venne prolungata di un'arcata dalla parte dell'ingresso e si edificò una nuova facciata in stile neoclassico, progettata da Nicola Mosso e terminata solo nel 1932. Internamente sono presenti tre navate con soffitto a volte a crociera decorate in stile barocco, anche se in realtà la decorazione venne realizzata ad espoca recente (1936-1937). Sono presenti due cappelle per lato, più le due in testa alle due navate laterali. La parte della chiesa che più colpisce il visitatore è sicuramente il presbiterio, costruito nel 1710 su disegno di Stefano Negro e riccamente decorato in stile barocco. Chiesa di San Pietro in maggior dettaglio - Sala degli affreschi: Essa si trova all'interno del Centro Culturale Le Rosminiane. La sala ospita una serie di affreschi votivi originariamente situati sulle facciate delle case di alcuni ottimati di Candelo, i quali sono stati trasferiti in questo ambiente per meglio conservarli. Gli affreschi sono attribuiti alla bottega novarese di Daniele de Bosis, operante nel Biellese tra la fine del quindicesimo e l'inizio del sedicesimo secolo. Realizzati in un arco temporale di circa trenta anni, essi raffigurano alcuni santi, in particolare San Rocco, San Sebastiano e San Fabiano. Il soggetto più ricorrente è però la Madonna e ciò riflette l'importanza del culto mariano durante il periodo in cui gli affreschi vennero realizzati.
- Oratorio dei Santi Fabiano e Giacomo. La piccola chiesa è nota anche più semplicemente come Chiesa di San Giacomo. Si trova al centro della frazione San Giacomo, posta a sud del paese capoluogo. L'edificio attuale venne costruito a cavallo fra sedicesimo e diciassettesimo secolo. E' ad unica navata unica con portico e campanile. Presenta due altari, di cui quello laterale, dedicato alla Madonna delle Grazie e a Sant'Antonio da Padova venne eretto nel 1756.
- Baraggia: Con il termine "baraggia" viene indicato un ambiente parzialmente boscoso che si estendeva un tempo sui terrazzi marginali della pianura piemontese da Biella fino al Ticino. Il paesaggio che ne deriva ricorda un po' quello di una savana, anche se le Alpi sullo sfondo ricordano in ogni momento dove ci si trova veramente.
Le baraggia di Candelo fa parte della Riserva naturale delle Baragge, una riserva naturale a gestione regionale che si estende comprendendo comuni delle provincie di Biella, Novara e Vercelli (Piemonte). Essa ospita numerose specie di piante e di animali, a partire dagli invertebrati fino agli uccelli e ai mammiferi. una parte importante della riserva è proprietà dell'esercito, che la usa per svolgervi esercitazioni. Da un lato ciò arreca un continuo danneggiamento diretto, dall'altro però ha garantito una tutela dell'area nel suo complesso da forme invasive di antropizzazione. La baraggia in maggior dettaglio
Vedere anche: Candelo su Spazi medievali
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