Chiesa di Sant'Ambrogio ad Nemus
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Principali stili rappresentati: Barocco - Liberty
STORIA Benché la chiesa attuale sia molto più recente, la storia del luogo è antichissima, arrivando fino al quarto secolo. In quell'epoca pare che vi sorgesse una cappella in mezzo ai boschi (da cui "ad nemus") accompagnata da qualche locale, dove Sant'Ambrogio si recava per meditare. In effetti sembra sia storicamente accertato che qui sorse addirittura il primo monastero della storia, fondato da San Martino nel 357 dopo Cristo. La leggenda vuole che San Martino di Tours, cacciato da Milano per volontà del vescovo ariano Assenzio, si fosse rifugiato in quest'area ancora prima della dedicazione ad Ambrogio, nel 358. Sopravvissuto alle invasioni barbariche, nel corso dei secoli XIII e XIV il piccolo romitorio acquistò sempre più importanza, diventando la sede di un ordine religioso, quello dei Frati di Sant'Ambrogio ad Nemus. In seguito al riconoscimento da parte del Papa Gregorio XI nel 1377 si ebbe un primo rinnovamento della chiesa. Un secondo si ebbe nel 1500 per ordine di Ludovico Sforza. Nel 1635 crollò il soffitto della chiesa e i lavori di riparazione portarono a modificare radicalmente le linee originali: venne alzato il pavimento del presbiterio e del coro e le pareti laterali vennero alzate per potervi aprire delle finestre più ampie. Nel 1644 l'ordine di Sant'Ambrogio ad Nemus venne soppresso e la chiesa passò ai frati francescani.
In epoca napoleonica la chiesa venne requisita e trasformata in fabbrica di cartucce e deposito di munizioni. Vennero distrutti gli altari e il pavimento e vennero scrostati gli intonaci (e con essi gli affreschi che erano presenti su di essi) fino a due metri di altezza. Le opere d'arte custodite nella chiesa presero la via della Francia, con una sola eccezione, la Pala Sforzesca, un dipinto a tempera e olio su tavola realizzato nel 1494 da un anonimo artista attivo in Lombardia tra il 1490 e il 1520, conosciuto appunto come "maestro della Pala Sforzesca". Il dipinto è adesso conservato nella Pinacoteca di Brera. Il 29 agosto 1813 nel disabitato complesso di Sant’Ambrogio ad Nemus divenne la sede dell'ospedale delle Fatebenesorelle. Nel 1840 esse però migrarono in un nuovo e più grande edificio e l'ospedale di Sant'Ambrogio ad Nemus diventa Casa di Soccorso, ospedale di isolamento per i colerosi.
Nel 1852 mutò di nuovo a destinazione d'uso, diventando casa di asilo e di riposo per anziani sacerdoti. Nel 1857 la chiesa passò a Don Luigi Guanella, canonico di Como, il quale acquistò l'intero complesso per destinardlo ad opere benefiche e previdenziali per i bambini e gli ammalati: nacque così il Piccolo Cottolengo milanese. Verso la fine del diciannovesimo secolo la chiesa venne allungata di 10 metri su progetto di U. Stacchini, lo stesso architetto della Stazione Centrale. Venne rifatta anche la facciata, che però mutò poi ancora n'ultima volta nel 1928, quando venne rifatta in uno stile che voleva emulare quello quattrocentesco.
STRUTTURA La chiesa di Sant'Ambrogio ad Nemus si trova attualmente all'interno di un cortile. La facciata è dotata di un'unica entrata ed è divisa in due ordini sormontati da un grande frontone trinagolare. In quello superiore sono presenti tre affreschi di Eliodoro Còccoli della scuola Beato Angelico.
Gli interni comprendono un'unica navata, in stile liberty, corrispondente al progetto dello Stacchini. Predominano colori pastello molto chiari e poco contrastati, con decorazioni composte da linee sottili che si intersecano a formare motivi geometrici. Sui due lati si aprono varie cappelle. Alcune di esse (quattro?) sono della prima metà del diciassettesimo secolo e sono caratterizzate da volte decorate con stucchi e affreschi. Altre sono evidentemente molto più recenti. La prima cappella di sinistra (piatta) conserva nella parte superiore resti di affreschi rinascimentali. Curioso il soffitto, piatto e che si raccorda con le pareti in modo da non creare spigoli. Il presbiterio (non in linea con la navata, ma orientato verso destra) è anche esso liberty. La pala dell’altare maggiore, raffigurante la Madonna della Provvidenza con i santi Ambrogio e Carlo, è un recente lavoro di Costantino Grondona (Milano, 1891 – 1939). In forte contrasto con il presbiterio, l'abside conserva invece la struttura trecentesca a spicchi, molto più bassa rispetto a quella della navata. In esso sono presenti affreschi del 1619 che, attraverso 10 riquadri, narrano episodi della vita di San Matroniano eremita e il ritrovamento del suo corpo.
Il campanile, non visibile dalla parte della chiesa in cui si accede a causa delle sue ridotte dimensioni, si presenta come opera costruita nel nel medioevo, in puro stile romanico, sulla fine del secolo X o in principio del XI. Posto, come si usava generalmente allora, a lato del coro, sicuramente deve essere stata accorciata in altezza per esigenze sconosciute.
Dalla chiesa è possibile accedere al chiostro trecentesco alla sua destra, caratterizzato da colonne in granito e da archi a sesto acuto originali su tre lati.
La figura della planimetria riproduce il cartello in rilievo installato nella chiesa. Tutti i dettagli sul sito web dell'Associazione Lettura agevolata Vedere anche Milano | Sempione – Là dove meditava Sant'Ambrogio
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Categorie: Chiese / Edifici religiosi
Via Peschiera, 2-6, 20154 Milano MI |
Foto aggiuntive della Chiesa di Sant'Ambrogio ad Nemus nella sezione Fotografia |