Uno dei principali vantaggi dello scattare in raw invece che in jpeg è rappresentato dal fatto
che è possibile correggere l'esposizione in fase di elaborazione. Come se si possedesse una macchina
del tempo è cioè possibile, tramite il semplice spostamento di un cursore virtuale, ottenere
esattamente lo stesso risultato che si sarebbe ottenuto esponendo meno o di più. L'unica
differenza sarà a livello del rumore, che nel primo caso sarà anche più basso del dovuto
(
Riduzione del rumore tramite sovraesposizione), nel secondo
più alto. A questa possibilità vi sono però dei limiti. Verso l'alto (aumento
dell'esposizione apparente in postproduzione) il limite è dato dalla
quantità di rumore che si considera accettabile. E' cioè un limite soggettivo. Verso il basso (diminuzione
dell'esposizione apparente in postproduzione) il limite è invece oggettivo, ed è dato dal punto di saturazione
dei pixel. Quando questi sono arrivati a saturazione, non è più possibile ottenere un risultato sensato,
e il tentativo di correzione in postproduzione porterà a risultati innaturali, con colori diversi da quelli
reali e bordi spesso troppo netti.
La capacità di recuperare le sovresposizioni scattando in raw è di grande importaza, perchè più essa è accentuata,
meno ci si deve preoccupare dell'esposizione esatta, ovvero maggiore sarà il margine di errore ammesso.
In questa pagina mettiamo a confronto il comportamento della Fujifilm s100fs e quello della PANASONIC Lumix dmc-G2K
(di seguito Panasonic G2). In linea teorica ci si aspettebbe una capacità di recupero molto maggiore
nella Panasonic, essendo essa dotata di un sensore di superficie quattro volte più grande di quello della Fuji
(sensore 4/3 contro sensore 2/3) e un numero di pixel di poco maggiore (12Mp nella Panasonic, 11 nella Fuji). Da ciò
si potrebbe immaginare la presenza sulla Panasonic di pixel significativamente più grandi e con punto di
saturazione molto più alto.
In effetti un pixel può essere immaginato un po' come un secchio che invece di raccogliere acqua raccoglie luce.
L'immagine si ottiene andando a rilevare quanta "acqua" ha raccolto ogni secchio. Se però il secchio si riempie completamente
non si può più dire nulla di quanta "acqua" è arrivata lì esattamente, perchè quella in più è andata persa
senza lasciare traccia. Più il secchio è grande, più acqua potrà raccogliere prima di riempirsi completamente
e perdere la capacità di dare informazioni sulla quantità di acqua arrivata in quel punto. E' questo
il motivo per cui avere troppi Megapixel porta ad avere immagini rumorose e spesso bruciate: se a parità di zona totale
di raccolta ci sono più secchi, ognuno dovrà essere più piccolo e si riempirà
più in fretta (oltre a raccogliere comunque meno "acqua").
La prova è stata molto semplice: con ognuna delle due macchine fotografiche è stata ripetuta cinque volte
la stessa foto, aumentando ogni volta l'esposizione di uno stop. Sovraesposizione che si è poi corretta
a tavolino a livello di elaborazione. In linea di principio, se non vi fosse il problema della saturazione,
tutte le foto dovrebbero, alla fine, risultare identiche, a parità di macchina fotografica.
Nota: Poichè le prime due foto delle serie erano risultate sottoesposte, la correzione è partita
solo dalla terza di ogni serie.
Crop Fuji s100fs
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Crop Panasonic G2
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ISO: 100; 1/400; 5.6; correzione 0
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ISO: 100; 1/400; 5.8; correzione 0
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ISO: 100; 1/200; 5.6; correzione 0
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ISO: 100; 1/200; 5.8; correzione 0
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ISO: 100; 1/100; 5.6; correzione -1
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ISO: 100; 1/100; 5.8; correzione -1
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ISO: 100; 1/50; 5.6; correzione -2
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ISO: 100; 1/50; 5.8; correzione -2
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ISO: 100; 1/25; 5.6; correzione -3
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ISO: 100; 1/25; 5.8; correzione -3
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Si nota che, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, è la Fuji s100fs ad avere un sensore
più elastico. Nel caso della Panasonic, già a livello della foto sovraesposta di uno stop, i colori
sono un po' sbiaditi e sono presenti zone bruciate con bordi molto netti. Praticamente
la foto è inutilizzabile! La foto omologa fatta con la Fuji è invece ancora buona. In alcune zone forse si è già raggiunta
anche lì la
saturazione, ma i loro bordi di tali zone sfumati, e perciò non si notano molto. Inoltre i colori sono
ancora corretti.
Nel caso della Fuji s100fs perfino la foto con correzione -2 potrebbe essere ancora utilizzata, come soluzione di fortuna.
In alcune zone è bruciata, ma i colori sono ancora quelli reali, più o meno.
La foto con correzione -2 della Panasonic è invece totalmente inutilizzabile!
Il motivo di tale differenza non è a noi noto. Questa prova dimostra però in maniera inequivocabile l'alta qualità
del sensore Fuji, che malgrado le sue ridotte dimensioni offre molto più margine di errore rispetto al sensore
Panasonic. Quest'ultimo, in pratica offre un margine verso la sovraesposizione di al più mezzo stop. Davvero molto
poco! Scattare con la Panasonic G2 richiede perciò molta più attenzione che quando si utilizza la Fuji 100fs,
perchè il suo sensore si satura prima e in maniera meno progressiva (da cui i bordi netti delle zone saturate).
In effetti, facendo foto con la Panasonic G2 con montato flash esterno durante serate e feste,
ho già dovuto buttate via più di una foto perchè bruciata
in alcune zone. Cosa che non mi capita praticamente mai utilizzando la Fuji s100fs.