Poichè la fotografia digitale permette agevolmente di modificare in postproduzione l' esposizione,
quasi che si potesse tornare indietro nel tempo al momento dello scatto, si è voluta
indagare la possibilità di ridurre il rumore mediante la sovraesposizione. Questo perchè, seguendo
i fotoni la statistica di Poisson, il rapporto segnale rumore, al netto di fattori a
valle, quale amplificazione, oscillazioni della tensione o altro, è proporzionale a 1/(radice quadrata
di n), dove n è il numero di fotoni incidenti.
Perciò, più fotoni si riesce a raccogliere, migliore sarà il rapporto segnale/rumore. Per testare se questa
teoria è applicabile anche al caso pratico, si sono effettuate tre foto a 400 ISO: una con il tempo
necessario per ottenere direttamente la corretta esposizione, una sovraesposta di uno stop e una sovraesposta
di due stop. In più, per confronto ulteriore, si è fotografato lo stesso soggetto anche a 100 ISO
utilizzando il tempo corretto per ottenere subito la corretta esposizione. Ecco i risultati.
In sequenza: 400 ISO con esposizione corretta, 400 ISO con sovraesposizione di uno stop,
400 ISO con sovraesposizione di due stop, 100 ISO con esposizione corretta. Cliccando
sulle immagini è possibile scaricare le foto complete. Tutte le foto sono state scattate
in raw con una Fujifilm s100fs. Diversamente dalle foto della galleria
fotografica, in queste non è stata applicata alcuna riduzione del rumore.
Si vede chiaramente come il rumore nelle ultime due foto è pressochè identico, il che avvalora la correttezza della teoria
riportata. Le differenze di contrasto sono dovute al fatto che la gamma dinamica diminuisce all' aumentare
degli ISO.
Qual' è dunque la strategia da seguire nella pratica? Da quanto visto, diversamente da quanto avveniva nella fotografia
su pellicola, il miglior sistema sarebbe dunque quello di utilizzare la massima esposizione possibile, ovvero
ovvero la massima esposizione prima che una zona più o meno grande del sensore cominci a saturarsi. La corretta
luminosità della foto sarebbe da raggiungere successivamente, in postproduzione. In più bisognerebbe cercare di tenere
comunque gli ISO il più bassi possibile, compatibilemte con la necessità di utilizzare tempi che non
portino a foto mosse. Questo per godere delle massima gamma dinamica possibile.
Quali i rischi e le controindicazioni?
- Un problema è quello che si rischia facilmente di bruciare le parti più
chiare della foto. E una volta bruciate, tali parti sono perse.
- Può essere difficile, successivamente, ricordarsi la reale illuminazione
della scena, per ricostruirla correttamente. Sarebbe allora bene, ove possibile,
scattare due foto: una esposta in modo classico, per avere un riferimento, e una sovraesposta,
da cui ottenere successivamente la foto "ottimizzata".